Ritardi e pendolari stipati: "Adesso siamo esasperati"

La protesta di una donna: "Ogni giorno arrivare a lavoro è un’avventura. Viaggiamo in vagoni sporchi, spesso stracolmi e talvolta poco sicuri".

Ritardi e pendolari stipati: "Adesso siamo esasperati"

Ritardi e pendolari stipati: "Adesso siamo esasperati"

EMPOLI

Ritardi cospicui, sporcizia e convogli strapieni. Queste le condizioni in cui tanti pendolari sono costretti a viaggiare sui treni verso il capoluogo toscano. Non solo quindi le problematiche relative all’interruzione della linea Firenze-Empoli degli ultimi due week-end, che si ripeterà l’ultima volta anche il prossimo, ma anche tanti, troppi disagi che si presentano quotidianamente a chi usufruisce del servizio pubblico per spostarsi per lavoro, studio o piacere. Nello specifico la denuncia arriva da un’abitante di San Miniato Basso, che da dieci anni per lavoro si reca a Firenze in treno. "Siamo esasperati, uso il plurale perché sono certa di dare voce alle migliaia di pendolari nella mia stessa situazione – esordisce la signora –, siamo esasperati perché questa è l’unica parola da utilizzare per descrivere la vita di noi pendolari. Abito a San Miniato Basso e tutti i giorni da dieci anni faccio la tratta San Miniato Basso - Firenze Rifredi per motivi di lavoro, pagando un abbonamento mensile, che viene rincarato anno dopo anno, per quale servizio? Negli ultimi giorni abbiamo toccato il picco, con ritardi fino a 75 minuti. Tutti i giorni è un’avventura per arrivare a lavoro"

"È una vergogna, non abbiamo la libertà di organizzarci la giornata né la vita – prosegue – perché non ci è dato sapere quando e se torniamo a casa. Tutto questo senza porre l’attenzione sulle condizioni dei treni e sulla sicurezza a bordo di esse e nelle stazioni. Sporchi, spesso stracolmi e talvolta frequentati da persone molto poco raccomandabili, ai quali ovviamente non viene controllato il biglietto. Ma noi a chi dobbiamo rivolgerci? Chi risponde delle nostre lamentele? Chi è responsabile di tutto questo? E soprattutto, perché dobbiamo pagare un servizio inesistente? La verità è che noi pendolari siamo lasciati a noi stessi. L’unica arma, che comunque rischia di essere a doppio taglio – conclude –, sarebbe quella di non pagare più l’abbonamento con tutte le conseguenze del caso, ma che sarei comunque disposta ad affrontare perché mi sento pienamente dalla parte della ragione".

Si.Ci.