Empoli, "Abbiamo superato il Covid, ma non i rincari: chiudiamo"

La titolare del laboratorio artigianale di prodotti tipici siciliani spiega i motivi della chiusura. "Aumenti insostenibili. Così non si va avanti".

Arancinando a Empoli chiuderà i battenti a causa dei rincari

Arancinando a Empoli chiuderà i battenti a causa dei rincari

Empoli, 6 settembre 2022 - "Un sogno infranto. Grazie Stato. Hai vinto" . Non l’ha piegata l’emergenza sanitaria, ha reagito al Covid dandosi da fare con il servizio di consegna a domicilio. Ha dovuto far fronte anche al maltempo, con i danni causati dagli allagamenti della bomba d’acqua della settimana di Ferragosto. Ma il caro energia è un nemico contro il quale, Valeria Leotta non ha potuto combattere. E così la decisione di alzare bandiera bianca.

Arancinando, apprezzatissima attività commerciale di Pontorme inaugurata 4 anni fa, chiude i battenti. I costi insostenibili delle bollette di luce e gas stanno facendo scattare l’allarme rosso in tutta Italia. Ma quando anche in città le saracinesche iniziano ad abbassarsi, il segno della crisi è tangibile. E fa male. Colpisce lo sfogo della titolare del laboratorio artigianale di prodotti tipici siciliani, che ha affidato ai social una lettera a cuore aperto. E’ lei stessa a spiegare i motivi della chiusura. "Aumenti insostenibili. Così non si va avanti".

Arancinando era diventato un punto di riferimento per tanti empolesi, che hanno travolto in queste ore, con una valanga di solidarietà e di affetto, i gestori dell’attività. Sono centinaia infatti i messaggi di saluto e dispiacere arrivati da colleghi commercianti e clienti. Ora Valeria Leotta si sta muovendo per sbrigare le pratiche burocratiche legate alla cessazione dell’attività. "Siamo in affitto. Siamo stati chiusi qualche giorno al rientro dalle ferie per la conta dei danni del maltempo – racconta l’ideatrice di Arancinando –. Dopo giornate passate a riflettere, abbiamo deciso di cessare l’attività, tirata su con passione e sacrifici. È un dolore grande. Ho fatto tutto da sola, iniziando da zero. Sempre sostenuta dalla famiglia. Quella stessa famiglia che oggi devo tutelare. Vivendo di lavoro onesto è davvero impossibile fronteggiare i continui aumenti di materie prime e bollette".

Aumenti che superano anche i 5 euro al chilo, in alcuni casi. "Il burro da 5 euro è passato a 10, la mozzarella da 12 a 17. L’olio è schizzato alle stelle. In sei mesi ho visto un calo pazzesco. E non voglio rinunciare alla qualità". Il maltempo è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. "Sono sempre stata puntuale nel pagare tasse e contributi, non ho arretrati - dice Leotta - Poi sono arrivate le mazzate dell’Inps, i bonus di 200 euro da anticipare alle dipendenti, la Tari di 1300 euro, un mix di spese che ci hanno messi in ginocchio. Non posso permettermi debiti. La mia è un’azienda florida amata da tutti. Questa decisione mi getta nello sconforto. Piango e ringrazio tutti quelli che fino ad oggi ci hanno sostenuto".