EMPOLI
Una liberazione. Dopo una vicenda giudiziaria durata otto lunghissimi anni, è stato assolto dall’ipotesi del reato di ricettazione in concorso con la formula che il fatto non sussiste, Tonino Santorufo, residente a Empoli. L’uomo, che adesso ha 39 anni, trentunenne all’epoca dei fatti che gli sono stati contestati, era il titolare del negozio Compro oro "Il Lingotto", che si trova nei pressi del centro storico di Altopascio, nella provincia di Lucca.
Il 2 gennaio 2013, all’esercizio commerciale di via Marconi si presentarono i carabinieri per un blitz scattato in seguito alle segnalazioni di una presenza costante di persone all’interno dell’attività commerciale. L’intervento dei carabinieri era seguito a una serie di appostamenti dei militari del Norm e di quelli altopascesi. All’interno, oltre a Santorufo, c’erano anche due croati che si rifugiarono nel bagno sia per tentare una fuga improbabile, provando a divellere e sradicare le inferriate in ferro della finestra, sia per disfarsi di un certo quantitativo di marijuana che avevano negli indumenti.
I due slavi, per gli inquirenti, stavano contrattando la vendita di gioielli di dubbia provenienza a Santorufo. Per quest’ultimo scattò persino il carcere, la convalida gli fu notificata al San Giorgio, poi i domiciliari malgrado avesse sempre professato la sua innocenza.
Adesso l’incubo per lui è terminato. L’iter giudiziario si è rivelato piuttosto lungo, vista la delicatezza delle indagini, ma alla fine è arrivata la buona notizia. Ieri mattina in Tribunale a Lucca, giudice la dottoressa Michela Boi, la sentenza che lo scagiona.
L’avvocato difensore, Ilenia Vettori, esprime soddisfazione: "A livello giuridico per la storia complessa, ma soprattutto sotto il profilo umano – dichiara il legale – perché non è stato semplice psicologicamente per il mio assistito tutto questo tempo. Ringrazio anche il pubblico ministero Francesco Carlesi, presente in udienza che aveva chiesto la condanna con l’ipotesi attenuata del tentativo di ricettazione".
Massimo Stefanini