Riapre il reparto Covid

Crescono i contagi e sale l’allarme. La direzione costretta a prepararsi

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EMPOLI

Nessuno avrebbe mai voluto che accadesse di nuovo. L’ospedale San Giuseppe di Empoli è costretto a riaprire il reparto Covid. Si tratta della cosiddetta ‘bolla’, che è stata riconvertita in area degenza per chi, infettato dal virus della pandemia, ha bisogno di cure ospedaliere. Al momento è occupato un solo posto letto dei quattro disponibili. Purtroppo, però, l’andamento dei contagi potrebbe far crescere i numeri e quindi costringere la direzione a riattivare ulteriori posti Covid ‘riconsegnati’ alle altre patologie. L’ospedale del territorio, dunque, non è più Covid free.

E la notizia preoccupa non poco gli amministratori locali, in primis, il sindaco di Fucecchio e presidente della Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa, Alessio Spinelli. I dati, del resto, parlano chiaro: nell’ex area Asl 11 i contagi sono di nuovo in forte aumento. Si è passati dai pochissimi infetti, che si contavano su una mano nel mese di giugno fino a metà luglio, agli attuali oltre 40 casi giornalieri. Ieri, l’ultimo report della Asl Toscana centro accertava la positività di altri 43 residenti nell’Unione dei Comuni e di 348 nuovi casi nei territori della Asl centro.

Nel dettaglio: 2 a Castelfiorentino e Certaldo, 3 Capraia e Limite, Fucecchio, Montelupo e Vinci, 5 Cerreto Guidi e Montespertoli, 17 Empoli. Tra i contagiati è scesa l’età media, la maggior parte ora sono trentenni, ma il dato che preoccupa di più è il fatto che a finire in ospedale sono persone non vaccinate.

Riaprire di nuovo i reparti Covid in ospedale significa, di fatto, sottrarre spazio alle cure per le altre malattie, rallentare o addirittura sospendere temporaneamente servizi e attività per concentrare energie e risorse nella battaglia al virus.

Il San Giuseppe ha conosciuto da marzo 2020 ad oggi molte fasi di ‘stress’: a metà novembre, nel picco della seconda ondata, erano presenti oltre 200 posti attivi per la cura del Covid: 144 posti di degenza ordinari, 22 di terapia intensiva e 12 di osservazione breve intensiva; cui si aggiungevano 34 posti di cure intermedie al San Pietro Igneo di Fucecchio e 16 all’ospedale Degl’Infermi di San Miniato.

Nella seconda ondata il presidio empolese di viale Boccaccio è riuscito a curare un numero di persone quattro volte superiore alla prima, registrando oltre 600 ricoveri rispetto ai 150 della scorsa primavera. Nessuno vorrebbe mai accadesse di nuovo.

Irene Puccioni