Rete Inclusione: le proposte ai candidati

Il gruppo che conta 51 realtà chiede di coordinare al meglio le politiche assistenziali del territorio

Rete Inclusione: le proposte ai candidati

Rete Inclusione: le proposte ai candidati

EMPOLESE VALDELSA

Le amministrative sono sempre più vicine. E non è un caso se in pieno clima di campagna elettorale, anche la Rete Inclusione Empolese Valdelsa Valdarno formula le proprie proposte. Pensare a politiche di area, rafforzare il ruolo della Società della Salute, impegnarsi per l’inclusione scolastica, usare l’amministrazione condivisa come metodo diffuso e lavorare alla creazione di una fondazione di Comunità. Ecco le idee che la Rete sottopone a tutti i candidati e alle candidate alle elezioni amministrative previste a giugno.

Nata nel maggio del 2022 con l’intuizione di mettere insieme e rafforzare le tante realtà presenti sul territorio, tutte impegnate sui temi dell’inclusione, dell’accessibilità, della disabilità e in generale dei bisogni educativi speciali e delle fragilità sociali, la Rete ad oggi conta 51 realtà del territorio. Un’alleanza, un gruppo che ora ha elaborato un documento per proporre a tutti i partiti politici interessati dalle elezioni le proprie istanze. "I temi relativi alle politiche dell’inclusione – spiegano Anna Maria Leoncini e Sabina Marmeggi, portavoce della Rete - sarebbero tantissimi e ognuno di loro meriterebbe importanti approfondimenti. Tuttavia, per le elezioni che riguarderanno tutti i comuni del nostro territorio, la Rete ha condiviso la necessità di sottoporre pochi argomenti di metodo, più che di merito". Vediamo quali.

Sono cinque i temi protagonisti del documento che vuole essere una base per approfondire il dialogo. "Sono proposte – continuano - che riteniamo propedeutiche al necessario approfondimento delle singole azioni, attività, progettualità che una società inclusiva e partecipativa si merita". Cuore del documento e richiesta centrale, quella di coordinare al meglio le politiche assistenziali del territorio. "La stessa persona con disabilità e o fragilità sociale svolge attività scolastica ed extrascolastica su più comuni, anche grazie all’offerta delle organizzazioni aderenti alla Rete - fanno presente Leoncini e Marmeggi - Le famiglie si spostano, a volte anche per molti chilometri, per cercare la situazione più congeniale alle caratteristiche dei figli. L’esigenza che sentiamo è quindi quella di un coordinamento e una collaborazione più forte fra gli enti locali coinvolti. E questo ragionamento non vale solo per le politiche sociosanitarie e socio assistenziali, ma anche per le politiche educative, dello sport e per le attività extrascolastiche".