"Poca empatia in reparto". E l’Asl si scusa

EMPOLI Anche l’empatia può essere curativa o comunque alleviare la sofferenza di un paziente e la preoccupazione dei familiari. La...

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Anche l’empatia può essere curativa o comunque alleviare la sofferenza di un paziente e la preoccupazione dei familiari. La vicenda raccontata, attraverso una lunga lettera, dalla figlia di un anziano paziente ricoverato al San Giuseppe ’denuncia’ proprio questo aspetto: scarsa gentilezza e umanità da parte di certi sanitari. I fatti. Il padre, 83enne, gastro resecato due anni fa, dopo un paio di accessi al pronto soccorso per colica biliare è stato trasferito nel reparto di Medicina. Lì, secondo quanto riferito dalla figlia, le sue condizioni si sono aggravate perché non gli sarebbero state prestate le cure adeguate. La donna spiega che, arrivata in reparto, lo ha trovato "contorto nel letto con una flebo in corso e con le lacrime agli occhi". La dottoressa le ha spiegato che poteva essere una reazione alla difficoltà di evacuare. Il giorno successivo la figlia va di nuovo a fare visita al genitore e lo trova ancora peggio: "Era sonnolento, digiuno, con gli occhi sempre chiusi". Dalla dottoressa si sente rispondere che "suo padre è anziano, si deve rassegnare perché è un uomo che si sta spegnendo piano piano". La figlia, sempre più preoccupata e poco rassicurata, alla fine decide di firmare la dimissione volontaria e riportare a casa il padre. "Ora è stato preso in carico da professionisti di un altro ospedale e sta migliorando", fa sapere la figlia che conclude la sua lettere con una riflessione: "Non faccio di tutta l’erba un fascio, ma credo che la gentilezza sia contagiosa, come del resto, purtroppo, l’ignoranza".

Ricevuta la segnalazione l’azienda ha ricostruito la vicenda e in prima battuta "si scusa per l’approccio rigido, sul piano relazionale, da parte del medico in servizio, consapevole di non essere riuscita a rassicurare adeguatamente la figlia del paziente, al momento delle dimissioni volontarie, sulla situazione del padre che non ha presentato alcun segno di criticità sul piano clinico. Lo stesso direttore del reparto di Medicina 1 – va avanti la nota aziendale – esprime il proprio rammarico difronte ad una segnalazione di questo tipo considerando la relazione uno degli aspetti più importanti del processo di cura, oltre a rendersi disponibile per un confronto diretto con la figlia del signore per eventuali ulteriori chiarimenti". L’azienda precisa inoltre che non sono stati riscontrati inadempienze nell’iter diagnostico terapeutico seguito dal paziente.