Più forti anche della paura. Nel fango storie di coraggio. E Stabbia non è più allagata

Nonna di 92 anni, cieca e con l’acqua in casa ma ai volontari dice: "Sto bene, non ho bisogno". Vestiti, coperte e tanta solidarietà per la famiglia costretta a dormire in cinque su un materasso.

Più forti anche della paura. Nel fango storie di coraggio. E Stabbia non è più allagata

Più forti anche della paura. Nel fango storie di coraggio. E Stabbia non è più allagata

di Irene Puccioni

CERRETO GUIDI

Stabbia da ieri non è più allagata. Sul posto operano ancora le idrovore, circa trenta squadre della Protezione civile e i volontari. In azione anche gli autospurghi per procedere con la pulizia delle caditoie dal fango e si attende l’intervento di Alia per il ritiro degli ingombranti. Anche se la fase primaria dell’emergenza è passata servono ancora braccia e tanta buona volontà per rimettere in piedi la frazione di Cerreto Guidi fortemente colpita dal maltempo dei giorni scorsi e nelle cui vicinanze sono morti marito e moglie mentre in auto si stavano spostando nella tempesta. "Servono volontari e aiuti", esorta il sindaco della Città Metropolitana, Dario Nardella, che domenica mattina ha fatto un sopralluogo sul posto. Gli “angeli“ sul campo hanno fatto già tanto. Dall’acqua e dal fango emergono a distanza di giorni toccanti storie di salvataggio. Come quella di un’anziana signora di 92 anni, non vedente e no udente. Abitava da sola in una palazzina a due piani e quando giovedì sera l’acqua ha iniziato a invadere il piano terra si è rifugiata a quello superiore. Ha trascorso tutta la notte da sola senza potersi mettere in contatto con nessuno perché a causa del nubifragio le comunicazione si sono interrotte per diverse ore. Una squadra di volontari ha bussato alla sua porta venerdì mattina.

"Avevamo l’elenco delle persone fragili fornito dall’amministrazione comunale e abbiamo iniziato a fare il giro delle abitazione – spiega Andrea Lavecchia, responsabile della Protezione civile della Pubblica assistenza di Fucecchio – La signora stava bene per fortuna, ma vista l’emergenza e le sue condizioni di salute era necessario portarla via da lì. Devo dire che non è stato affatto facile convincerla a lasciare la sua casa. “Sto bene, non ho bisogno di niente“, ha risposto candidamente ai soccorritori. Con l’aiuto della sorella alla fine ha ceduto. Adesso è al sicuro e ben accudita".

Un’altra storia arriva dalla zona del ponte sotto cui scorre il ’famigerato’ Vincio, vicino alla farmacia della frazione. "Ci abita una famiglia africana, moglie, marito e tre figli, di 14, 11 e 5 anni e mezzo. Non hanno più niente – racconta Lavecchia – Il Vincio, esondando, ha allagato tutto il piano terra della loro casa. Il figlio maggiore, l’unico che parla un italiano fluente, ci ha spiegato che in quel momento la casa ha iniziato a tremare e lui per cercare di far rimanere tranquilli i fratelli minori ha iniziato a farli giocare con il cellulare. Il giorno dopo hanno dormito in cinque su un materasso. Grazie all’intervento di “Semplicemente onlus“ di Fucecchio siamo riusciti a rifornirli del materiale di prima necessità: coperte, scarpe, vestiti. Di questa famiglia ci ha colpito la riservatezze e la compostezza. In un primo momento erano anche diffidenti nei nostri confronti: non credevano che fossimo lì per aiutarli in modo volontario e gratuito".