BRUNO BERTI
Cronaca

Pochi medici al pronto soccorso: "È ormai un problema strutturale"

Enrico Sostegni, fa il punto sulla sanità: "Al San Giuseppe c’è uno sforzo comune per dare una mano". E tra qualche mese l’inizio dei lavori del blocco H: "Il cantiere si concluderà nell’arco di due anni"

Empoli, 6 febbraio 2023 - I problemi della sanità sono un po’ come gli esami: non finiscono mai. Una realtà che il consigliere regionale Pd Enrico Sostegni, eletto nella zona, conosce bene nella sua veste di presidente della commissione regionale sanità, o tutela della salute se preferite il lessico burocratico - innovativo. Quello di Sostegni è un punto di osservazione privilegiato su quella branca dell’attività regionale importante per definizione, visto che riguarda la salute di tutti noi.

Presidente, a che punto siamo con l’intervento sul blocco H del San Giuseppi, quella parte del complesso di via Boccaccio che per gli empolesi, e non solo, è la parte vecchia dell’ospedale nuovo?

"Quella del blocco H è stata una questione lunga, come accade spesso per interventi pubblici quando i fondi non sono immediatamente disponibili. I fondi decisi in epoca pre-Covid, nel 2019, sono usabili solo ora. Comunque, nel frattempo abbiamo lavorato, e il 24 gennaio è stata aggiudicata la gara per gli interventi necessari. L’inizio dei lavori è previsto tra qualche mese, una volta espletati vari passaggi necessari in termini di controlli di vario genere. Il cantiere si concluderà nell’arco di due anni. L’intervento, per un valore di 30 milioni di euro a base d’asta, riguarda la dotazione interna alla struttura. Da fuori, infatti, sembra già finita".

A che punto siamo con la ristrutturazione, o rifacimento, dell’ospedale di Santa Verdiana a Castelfiorentino, quello che è scomparso da un buon numero di anni dalla ‘geografia sanitaria’ della nostra zona anche per i problemi di mancato rispetto delle norme anti sismiche di alcuni degli edifici?

"I lavori sono in corso e dovrebbero rispettare i tempi previsti. La struttura, come abbiamo detto altre volte, ospiterà le cure intermedie, diventando un ospedale di comunità e il punto di riferimento di zona per i disturbi alimentari. L’ospedale di comunità è quella struttura sanitaria che si occupa dei pazienti che non devono rimanere in ospedale ma che hanno bisogno di cure complesse per essere fatte a casa. Attualmente, per questo tipo di interventi ci sono soltanto pochi posti all’ospedale di San Miniato. I lavori dovrebbero finire entro la fine dell’anno, ma, con ogni probabilità, servirà un po’ più di tempo alla ditta incaricata per interventi che nel frattempo si sono resi necessari. Dai 12 posti letto previsti in origine si arriverà a 20".

Qual è lo stato dell’arte per le Case della salute, o meglio di comunità?

"Ne prevediamo una per ogni comune, e da noi, per ora, mancano quelle di Fucecchio, che dovrebbe essere ospitata nell’ospedale, e quella di Montelupo, che andrebbe nel distretto sanitario. Alcune (Empoli, Certaldo, Montespertoli, Fucecchio e San Miniato) saranno aperte 24 ore su 24, mentre le altre saranno disponibili per 12 ore. Tra i servizi presenti, i medici di famiglia, il pediatra, l’infermiere di comunità e alcuni medici specialisti. Le case di comunità di Empoli, Certaldo e Vinci rientrano, poi, in un progetto di sviluppo dei servizi che prefigura quelli di tutte le strutture di questo tipo a partire dal 2026. In questo quadro devo comunque sottolineare il nodo delle risorse: abbiamo i fondi per gli investimenti ma non quelli soldi per strumenti e personale".

A questo proposito c’è il tema della carenza di medici...

"Sì, ed è un problema strutturale perché i laureati stentano ad avere la possibilità di specializzarsi poiché non ci sono sufficienti posti nelle scuole apposite. Il governo precedente ha fatto qualcosa, ma non basta. Tanto che non si trovano medici da impiegare nei reparti, vale a dire gli specializzati. Come sappiamo, al San Giuseppe c’è il nodo scoperto del pronto soccorso, un impegno scomodo e difficile, in cui, tra l’altro, non si fa la professione privata. Al San Giuseppe, comunque, c’è uno sforzo comune di medici internisti, chirurghi e altri professionisti per dare una mano".