
È stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana. Accademica, divulgatrice e attivista, Margherita Hack è "la stella infinita" alla quale sarà dedicato il debutto della 26esima edizione di Multiscena. Il festival di Giallo Mare Minimal Teatro, alzail sipario mercoledì alle 21,15 al giardino di Villa Reghini a Sovigliana. All’attrice Laura Curino, il compito di condurre il pubblico in un viaggio alla scoperta della Hack al di fuori della scienza.
Curino, uno spettacolo diverso da quel che ci si aspetterebbe.
"L’elaborazione del testo di Ivana Ferri non ruota attorno a riferimenti sulle scoperte scientifiche della Hack, ma alla sua biografia. Ne esce un ritratto storico e privato molto affascinante, caldo e in certi punti inevitabilmente molto divertente".
Ci sono aspetti che l’hanno colpita in particolar modo dell’astrofisica fiorentina?
"La sua ruvida franchezza, una sorta di intolleranza alla menzogna. Era giudicante in primis con se stessa ma quando sparava sugli altri usava la solita severità, restando pur sempre simpatica".
E poi?
"Il rapporto che aveva coi genitori. Le sono stati di enorme sostegno, iscrivendola non senza difficoltà alla facoltà di fisica. L’hanno educata alla libertà anche se era una ’femmina’ e questo, lei glielo riconoscerà per tutta la vita. Fin da piccola era libera di andarsene in bici da sola, di uscire la sera da sola: l’indipendenza, sia fisica che di pensiero è stata il più grande regalo che le potessero fare".
Una donna fatta di passioni…
"Per gli animali nutriva un gran rispetto (era vegetariana convinta). E amava lo sport a livello agonistico".
È un personaggio universalmente riconosciuto: ha ancora qualcosa da raccontare ai ragazzi di oggi?
"Il 90% delle persone che a fine spettacolo vengono a complimentarsi, sono giovani appassionati di fisica e stelle, anche bambini. Cosa ci può dire, ancora? Di cercare una passione e insistere nel perseguirla".
Un esempio di indipendenza più attuale che mai...
"Esattamente, indipendenza intellettuale da chiunque. Ci dice di ascoltare tutto ma poi decidere in autonomia cosa vuoi essere e cosa vuoi pensare. Ci insegna la tenacia: seguire le proprie passioni richiede tempo e testa dura".
E’ un’epoca storica complicata per le donne, questa. Come la commenterebbe la Hack?
"Non è un momento più delicato di altri. Al tempo di Margherita, già esisteva la violenza di genere. Oggi gli si è dato un nome. Si è sempre espressa in maniera precisa, ne parleremo nello spettacolo: alla prima voce o mano alzata, prendere e andarsene. E far penare molto chi ha alzato quella mano (anche se non ha colpito). Alla seconda, chiudere per sempre".
Ylenia Cecchetti