
Dopo pochi minuti dalla sua pubblicazione il post ha fatto il giro delle bacheche di mezza Empoli. Condiviso, rilanciato, commentato, ha sollevato un polverone tale che anche l’Associazione italiana malattia di Alzheimer è intervenuta, sempre via social, scrivendo "speriamo che questo sia un episodio isolato, che comunque non sarebbe dovuto succedere". Tutto è partito dal racconto dell’ex dirigente regionale Stefano Romagnoli, di un fatto successo ieri alla compagna Fulvia. "Questa mattina la mia compagna, come ogni mese, è andata, con la signora che l’assiste, in un centro estetico in via Cellini a Empoli per il taglio delle unghie – si legge nel post - La ragazza, imbarazzata e gentile, ci ha fatto capire che la proprietaria desiderava che noi non si frequentasse più il loro locale. Il motivo: ’si fa confusione’. Nessun problema: non si va dove non siamo accettati. Però ci tengo a dire che Fulvia è tranquilla e silenziosa, affettuosa e le possiamo solo volere bene. Non auguro a nessuno ciò che è successo alla mia compagna, ma posso dire che certe persone non hanno idea di quanto Fulvia possa riempire il cuore di gioia, di compassione, di pazienza e di amore. Signora, non la conosco ma si goda pure i suoi soldi e le sue clienti ‘belle persone’ ". Il post è stato inondato di commenti di sdegno, "che modi sgarbati", "per me potrebbe chiudere", "vile la proprietaria che lo ha fatto dire alla ragazza", "Che vuol dire si fa confusione? Si vergogni. Faccia anche il nome del centro così evitiamo di andarci". Il centro in questione, in realtà, era identificabile dal momento che è stata citata la via, tanto che la stessa titolare, ignara del fatto, è stata subissata di telefonate e messaggi. "Quando è successo ciò che è stato riportato nel post io non c’ero – spiega Patrizia Viliani, del ’Nueva Vida’ – Mentre la signora Fulvia faceva il trattamento, mi sono dovuta assentare. Al mio ritorno la cliente non c’era più e mi stavano arrivando messaggi per sapere cosa era successo perché il post era on line. Ho chiesto alla dipendente cosa avesse detto alla cliente, ma non ho avuto risposta se non un secco ’è un tuo problema’, poi ha spostato la conversazione su questioni che riguardano il rapporto di lavoro. Il Covid ci ha messo in ginocchio e ho dovuto ridurle le ore". La titolare del centro estetico ci tiene a precisare di non aver mai detto o pensato che la signora Fulvia non era gradita. "Ho tentato di risolvere subito la questione mettendomi in contatto con il signor Stefano. Gli ho scritto su messenger ma ha rifiutato il confronto, facendomi capire che si era già fatto la sua idea. Mi sarebbe piaciuto spiegargli. Mi dovrà delle spiegazioni la dipendente – aggiunge la titolare – Voglio capire perché si è comportata così e mi riservo di valutare eventuali provvedimenti nei suoi confronti per tutelare la mia immagine e quella della mia attività". Nei confronti della signora Fulvia, invece, le porte del centro restano sempre aperte. "L’aspetto per un trattamento omaggio e chiarire di persona con il suo compagno l’enorme malinteso".
Irene Puccioni