
I funerali di Sammartino
Vinci, 9 luglio 2016 - Dalle cappelle del commiato di Empoli, dove in tanti gli hanno dato l’ultimo saluto, alla sua Vinci. La tappa davanti alla caserma, la stessa che per anni lo aveva visto comandante locale dei carabinieri, in via Giovanni XXIII. Poi, accompagnato da un corteo affollato e silenzioso, l’arrivo alla chiesa di Santa Croce, nel borgo storico. Una chiesa troppo piccola, seppur nella sua maestosità, per accogliere tutti coloro che hanno voluto stringersi alla famiglia di Domenico Sammartino, 63 anni, luogotenente dei carabinieri in congedo ed ex consigliere comunale vinciano, spentosi martedì in seguito a gravi problemi di salute.
«E’ una celebrazione di speranza», ha sottolineato monsignor Renato Bellini, parroco del borgo leonardiano, aprendo la funzione religiosa. Una messa alla quale, insieme alla moglie di Sammartino, Anna, e ai figli, Armando e Giancarlo, c’era un paese intero. Davanti alla caserma e poi su fino alla chiesa, hanno sfilato proprio tutti, dagli amici commossi agli ‘avversari’ politici dell’ex consigliere di opposizione. C’era il sindaco Giuseppe Torchia che Domenico, per gli amici ‘Mimmo’, aveva sfidato alle ultime amministrative: Sammartino si era candidato con la lista civica «Gli Altri - Sammartino sindaco». C’era Dario Parrini, oggi onorevole e segretario regionale Dem, nel 2009 sindaco di Vinci: proprio durante la sua legislatura, il 63enne spentosi all’ospedale Le Scotte era stato consigliere comunale. Sui banchi dell’opposizione, dai quali non aveva mai disdegnato il confronto, anche pungente, a tratti tagliente. Sammartino non si tirava mai indietro, tutti d’accordo nel ricordarlo così.
Nella chiesa di Santa Croce anche chi come lui aveva indossato o veste tuttora una divisa: c’erano decine di rappresentanti delle forze dell’ordine, dalla polizia municipale alla guardia di finanza. Ma soprattutto c’erano gli uomini dell’Arma, in primis i militari che con lui hanno condiviso le stanze della caserma. Come il maresciallo capo Bruno Ravenda, che gli è succeduto al comando. A Vinci anche il capitano Giovanni Palermo, comandante del Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Empoli. Proprio una gazzella dell’aliquota ha ‘scortato’ il feretro fino alla chiesa. Un ulteriore segno di vicinanza alla famiglia, addolorata dalla tremenda perdita e commossa da tanto affetto. Ad aprire il corteo gli uomini in grande uniforme, a sottolineare l’ingresso e l’uscita della bara in chiesa il saluto militare. L’ultimo prima che la salma venisse tumulata nel cimitero. Poco distante dalla casa di Sammartino alle porte del paese.