Lo studente e il padre: stesso fatale destino

Dolore e tragedia a Empoli: giovani calciatori colpiti da arresto cardiaco. Samuele Cianci e Giovanni Conte persi troppo presto, mentre un 59enne viene salvato grazie al defibrillatore.

EMPOLESE VALDELSA

Sono passati quasi otto anni. Ma il dolore è ancora vivo e fa male. Aveva appena 21 anni Samuele Cianci quando il suo sorriso si è spento per sempre. Era la sera del 9 maggio del 2016, erano passate da poco le 22. Aveva appena terminato una partita di calcetto con gli amici nell’impianto sportivo di Monteboro sulle colline di Empoli. Nello spogliatoio, proprio davanti ai compagni con cui condivideva la passione per il pallone, si è accasciato al suolo e il suo giovane cuore non ha più ripreso a battere nonostante tutti i tentativi fatti per rianimarlo. Samuele Cianci aveva tutta una vita davanti. Studente del Fermi di Empoli prima, universitario poi, amava il calcio che praticava da sempre a Santa Maria con la cui società era legatissimo. Qualche infortunio sul campo, ma mai un segnale che potesse far presagire quel tragico epilogo. Del resto il 21enne aveva sempre superato ogni visita medica senza problemi, anche quella da sforzo a Medicina dello sport a Firenze.

Un anno prima un altro terribile episodio. Era il primo settembre del 2015 quando durante una partitella di calcio Giovanni Conte, 40 anni, di Roffia, sposato e padre di due gemelli, si accasciò improvvisamente a terra. Anche in questo caso il cuore si era fermato e non sarebbe più tornato a battere. Conte si era sentito male nel campo di calcio di Ponte a Elsa. Non era però tesserato per quella società con cui stava giocando e non aveva neanche il certificato di idoneità sportiva. Fu subito soccorso dai compagni. Nell’attesa dell’ambulanza furono fatti vari tentativi di rianimazione da parte dei presenti ma senza successo.

È andata decisamente meglio invece ad un 59enne giocatore di Padel che nel dicembre scorso si è accasciato sul pavimento dello spogliatoio del Circolo di tennis di Villanova dopo una partita fra amici. L’arresto cardiaco non gli è stato fatale, perché l’uomo è stato salvato in extremis grazie anche all’utilizzo del defibrillatore presente nell’impianto.

i.p.