IRENE PUCCIONI
Cronaca

Visite e liste d’attesa. Una mammografia? Servono più di otto mesi

Per alcune prestazioni non vengono ancora rispettati gli standard regionali. Ecco tutti gli esami e accertamenti diagnostici da bollino rosso

Empoli, 10 gennaio 2024 – Ci sono ancora diverse criticità da risolvere, ma il 2023 si è chiuso con miglioramento delle liste di attesa, che rimangono comunque le bestie nere del sistema sanitario pubblico toscano che non riesce a garantire, troppo spesso, visite e prestazioni nei tempi previsti. Secondo i dati più aggiornati (quelli del mese di novembre) riportati sul portale "Monitoraggio tempi di attesa della Regione Toscana", per ottenere nell’area empolese una ecografia all’addome “programmata“ (da assicurare entro 120 giorni) c’è da attendere 130 giorni. Bisogna avere molta più pazienza se si ha invece bisogno di eseguire una spirometria globale sempre con classe di priorità programmata, perché in questo caso c’è da aspettare 227 giorni, ovvero circa sette mesi e mezzo.

Note dolenti pure per le visite pneumologiche anche ritenute di una certa urgenza. Con priorità “breve“ (da eseguire entro 10 giorni) ci vuole quasi un mese di snervante attesa (28 giorni) e in classe “differibile“ c’è comunque da aspettare più di tre mesi (96 giorni). Si raggiunge la sufficiente per una visita chirurgica “differibile“ (da eseguire entro 15/30 giorni) dal momento che l’attesa è di 17 giorni. Una visita ginecologica “differibile“? Ventinove giorni di pazienza per il primo posto disponibile sul territorio dell’ex Asl 11. Ma i tempi si dilatano significativamente se si necessita di una visita urologica “differibile“: cinque mesi e mezzo (170 giorni) è quanto c’è da aspettare. Non va certo meglio per una prestazione di mammografia: 254 giorni, quai otto mesi e mezzo, se in classe di priorità “programmata“. Anche una prestazione diagnostica ecografica del capo e del collo ci vogliono 176 giorni di santa pazienza. Pure per l’erogazione di prestazioni di colonscopia urgenti, che non dovrebbero avere più di dieci giorni di attesa, si arriva al limite della scadenza.

Davanti all’evidenza c’è chi, non avendo alternative, si mette l’anima in pace e sopporta la lunga attesa sperando che qualcuno disdica l’appuntamento e si liberino posti in graduatoria. Chi, invece, potendo contare su qualche risorsa economica in più, si rivolge al privato. In Regione parlano sotto voce dei miglioramenti registrati, mantenendo una certa cautela ed evitando accuratamente di fare annunci pubblici trionfali. Le liste di attesa, del resto, sono un settore delicatissimo, basta perdere di vista per qualche attimo la portata dell’offerta rispetto alla domanda e i tempi si allungano all’improvviso.