
L’ex caserma finisce in vendita Ha un’importanza storica ma è in stato di abbandono
EMPOLI
All’epoca erano bambini quelli che oggi si ricordano della vecchia sede delle Poste di Ponte a Elsa. A quelli che in testa hanno ormai i capelli bianchi riaffiorano alla mente i ricordi della caserma dei carabinieri, perché diversi anni fa la frazione empolese era dotata di una stazione dell’Arma. In passato è stata anche Casa del Popolo; ma riavvolgendo il nastro della storia dell’edificio si scopre pure che la palazzina è stata Casa del Fascio. Stiamo parlando dell’immobile in via Livornese, al civico 319, che l’Agenzia del Demanio, che ne è proprietaria, ha deciso di mettere in vendita. Per chi fosse interessato il prezzo base è stato fissato a 148.000 euro, con cauzione del 10 per cento di 14.800 euro.
Protetto da una cancellata che lo separa dalla strada, il fabbricato, attualmente destinato ad ufficio pubblico, è formato da due piani. Il piano terra è composto da tre vani, due ripostigli, oltre a un locale adibito a centrale termica con accesso esclusivo dal retro. Al piano superiore invece ci sono altri tre vani oltre ai servizi igienici.
La palazzina, pur avendo accolto in passato diversi servizi essenziali per la comunità di Ponte a Elsa, adesso verte in pessime condizioni. Nella scheda di presentazione del bene alienato si legge con chiarezza che "l’edificio versa, nel complesso, in un pessimo stato di conservazione. Necessita di notevoli lavori di manutenzione straordinaria e ordinaria". La nota specifica anche che "sarà a carico del futuro acquirente eseguire i lavori prescritti in sede di conferenza di Servizi dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, ovvero “relativamente al prospetto sud-ovest, sia ripristinata la configurazione originaria del prospetto, ovvero, sia tamponata l’apertura incongrua al piano terra e siano ripristinate le tre finestre originarie". In altre parole, sull’edificio dovranno essere eseguiti dei lavori vincolati a precise indicazioni.
Che la palazzina rivesta un’importanza e un interesse storico culturale lo dicono le tre lapidi presenti sulla facciata. Le due laterali rimandano alla prima Guerra Mondiale. In quella di sinistra sono riportati in nomi dei cittadini di Ponte a Elsa che "dettero la vita per la patria", con la specifica di quelli deceduti "sul campo" e quelli morti "per malattia". Dalla parte opposta è invece riportato il "bollettino della vittoria" del 4 novembre 1918 letto dal generale Armando Vittorio Diaz. Al centro della facciata, la terza lapide riporta invece i caduti del secondo conflitto mondiale. Il tempo passa, ma le pietre ancora raccontano. Il futuro dello storico edificio, però, è ancora tutto da scrivere.
Irene Puccioni