
I numeri alla vigilia sono da capogiro: il vino toscano, e quindi anche quello della Valdelsa e del Valdarno, si presenta al Vinitaly con un export da primato. In dieci anni le esportazioni dei vini nostrani sono cresciute del 78 per cento toccando, nel 2022, la cifra record di 1,2 miliardi di euro. Emanuela Tamburini, che guida l’omonima azienda agricola di Gambassi Terme, è un’esperta della fiera veronese al via oggi. Cosa si aspetta da questa 55esima edizione?
"Il Vinitaly è un appuntamento che va oltre il momento. Fino a qualche anno fa era la fiera di riferimento per i vini italiani, oggi la situazione è cambiata. Ci sono tante fiere di settore, ma Vinitaly è un appuntamento che per la mia azienda è importante al di là del business in senso stretto. Ma non è così per tutti. Alcuni big del settore quest’anno non ci saranno, perché il concetto che ruota attorno alla comunicazione del vino sta cambiando".
In che senso?
"Molto è dovuto alla pandemia, che ci ha costretto a cambiare l’approccio al cliente. Abbiamo passato due anni senza vederci di persona e questo ha inciso. Durante la pandemia, facevamo le degustazioni on line...".
E oggi?
"E’ cambiato il concetto di come comunicare il vino. La degustazione in presenza rimane centrale, ma sperimentare modi nuovi ha modificato il modo di agire".
Questo come si riflette su Vinitaly?
"Le fiere vanno organizzate, non è pensabile che passi il cliente della vita solo perché sei in fiera. Non funziona, andava bene anni fa. Oggi le fiere si preparano con un’agenda di appuntamenti e da questi, poi, si raccoglie".
Quali sono i trend a Vinitaly 2023?
"Il vino deve essere di qualità. Non si può farlo seguendo la moda. Poi si deve andare incontro ai canoni di riferimento, primo fra tutti la sostenibilità. Un concetto che va inteso come modo di produzione. E più che una tendenza, è una necessità".
Il vostro prodotto di punta?
"Per il secondo anno è ’TJ’, il rosato ultimo nato in cantina. I nostri vini identificati, però, restano i rossi. A Vinitaly presentiamo Italo Chianti Riserva del 2020 e The Boss Chianti, dall’approccio più semplice".
Le donne nel mondo del vino contano?
"Contano e sono sempre più presenti, a capo di aziende che si distinguono per dinamismo e capacità. Siamo ancora in minoranza, ma stiamo crescendo. Aggiungo che le aziende sono tali sia che producano martelli o vino. Quello che fa la differenza è la competenza di gestione ed è per questo che le donne sono sempre più presenti".
Francesca Cavini