La retrocessione ’costerebbe’ milioni di euro

La differenza economica tra Serie A e Serie B è evidente anche nei diritti TV: l'Empoli ha incassato oltre 32 milioni in A, mentre in B si parla di 5-8 milioni. Il 'paracadute' per la retrocessione potrebbe non essere sufficiente, con società come l'Empoli che rischiano di guadagnare meno di quanto spetterebbe loro.

Al di là del prestigio, tra rimanere in Serie A e retrocedere in B c’è differenza anche a livello economico. Soprattutto per quanto riguarda gli introiti dai diritti Tv, visto che la cifra a disposizione delle 20 squadre di A è quasi otto volte superiore a quella delle 20 cadette. Nel massimo campionato italiano si parla di un miliardo di euro da suddividere, in base a determinati criteri (ascolti televisivi, spettatori allo stadio e risultati), mentre in B nell’ultimo triennio sono stati 132milioni di euro (per il triennio 2024-2027 per altro i diretti non sono ancora stati assegnati). Una squadra di B può incassare quindi tra i 5 e gli 8 milioni, in base al bacino di utenza, contro gli oltre 32 milioni di avuti per esempio dall’Empoli nella stagione 2022-‘23. Un incasso quasi 4 volte superiore, senza contare i minori introiti da merchandising, botteghino e sponsor per costi che invece non si abbattano in modo proporzionale. Insomma il famigerato ‘paracadute’, una sorta di indennizzo economico per attutire il colpo della retrocessione, sarebbe davvero una magra consolazione. Tanto più che, viste le società già retrocesse (Salernitana e Sassuolo), l’Empoli guadagnerebbe 5 milioni meno di quanto gli spetterebbe. Dato che tutte e tre vengono da almeno tre campionati di A nelle ultime 4 stagioni avrebbero diritto a 25 milioni ciascuna, ma se eccede l’ammontare complessivo di 60 milioni disponibile, le quote vengono proporzionalmente ridotte: a ciascuna toccherebbe quindi solo 20 milioni.