La protesta dei docenti invisibili: "Noi, idonei senza cattedra. Scavalcati dai nuovi concorsi"

Gli insegnanti hanno superato il bando del 2020 e sono entrati in graduatoria per l’assunzione "Dopo anni di precariato il traguardo era a un passo. Ora rischiamo di essere congelati".

La protesta dei docenti invisibili: "Noi, idonei senza cattedra. Scavalcati dai nuovi concorsi"

La protesta dei docenti invisibili: "Noi, idonei senza cattedra. Scavalcati dai nuovi concorsi"

Precari e invisibili. Dopo anni di supplenze e sacrifici sono finalmente idonei per l’assunzione. Ma la cattedra tanto agognata ora rischia di restare un miraggio lontano. È la battaglia che accomuna una schiera di docenti toscani che hanno superato con successo i concorsi nazionali banditi nel 2020 per le scuole dell’infanzia, le elementari e le superiori e così sono entrati nelle graduatorie di merito a esaurimento. Proprio quando il traguardo sembrava a un passo, si è materializzata la beffa con i nuovi concorsi finanziati dalle risorse del Pnrr e partiti proprio nei giorni scorsi che puntano ad assumere 70mila docenti in tutta Italia nel corso di due anni. "Il rischio concreto è che i nuovi idonei ci passino avanti", spiega Simona Fantini, insegnante fiorentina che fa parte del gruppo ‘Idonei 2020 per il ruolo, gli invisibili’, un movimento spontaneo e apolitico nato per dar voce a tutti gli insegnanti ‘invisibili’. "Ci avevano assicurato che tutti i docenti in graduatoria sarebbero stati assunti – prosegue Simona –, ora invece rischiamo di essere parcheggiati per chissà quanto. Il Governo ha previsto un emendamento per fare in modo che i posti residuali vengano assegnati a noi ma chiediamo più chiarezza e vogliamo che le assunzioni avvengano in maniera paritetica".

Sconforto e amarezza sono i sentimenti prevalenti, ma gli insegnanti non vogliono arrendersi e sono pronti a mobilitarsi. Tra loro anche tanti docenti empolesi. Come Susanna Zwerch, 59 anni: "Lavoro a tempo indeterminato alla Santissima Annunziata di Firenze ma mi considero precaria, ho bisogno di un’alternativa per stabilizzare la mia vita. Sono idonea per insegnare inglese al liceo, quest’anno sarei stata assunta. Ma con questo nuovo concorso hanno fatto un minestrone, si crea una disparità notevole e temo di essere accantonata per non si sa quanto. Negli ultimi anni ho impiegato energia, tempo e soldi per inseguire un sogno che ora rischia di svanire".

Storie di sacrifici, settimane trascorse a studiare e tante risorse spese. Loredana Parziale, 50 anni, abita a Vinci e non ci gira troppo intorno: "Sono un’insegnante di sostegno alla primaria di Cerreto Guidi e per me è stata una doccia gelata. Dopo una laurea in Scienze politiche e otto anni di precariato nella scuola, finalmente avevo la prospettiva del ’posto fisso’ essendo in una graduatoria che dicevano essere a esaurimento. E invece ora quella graduatoria potrebbe essere congelata. E noi? Rischiamo di restare al palo. Ci sentiamo scavalcati". Loredana non si è data per vinta e ha partecipato anche al nuovo concorso. "Ho passato lo scritto – racconta – e mi è sembrato meno selettivo rispetto all’altra volta. In questi anni ho studiato molto, ho speso soldi in corsi di preparazione, con un impegno economico e mentale non indifferente, specialmente quando hai un figlio piccolo. E ogni volta con questi concorsi è come ripartire daccapo". Una sorta di limbo dal quale sembra impossibile uscire. "Fino al 30 giugno lavoro al Cpia, la scuola per adulti stranieri di Empoli – dice Lara del Papa, 45 anni – Poi chissà. Sono idonea per l’assunzione, ma adesso non so più cosa pensare".

Anche il suo percorso è stato tortuoso e pieno di ostacoli. "Ho iniziato a lavorare nella scuola otto anni fa con le prime supplenze, poi due anni di ruolo fino al concorso del 2020, uno dei più selettivi che abbia mai affrontato, in un una sede di Pian di Scò dove non c’era nemmeno la linea internet – racconta –. Per me il traguardo dell’assunzione era a un passo. Ora ho il contratto in scadenza a giugno e sono in balìa degli eventi. Nel frattempo ho scelto di non partecipare al nuovo concorso, mi sembra una presa in giro e ho deciso di iscrivermi all’università. Sono demoralizzata ma nonostante tutto vorrei continuare a lavorare nella scuola, lasciare la primaria e insegnare educazione motoria alle superiori. Mi verrebbe da dire basta e mollare tutto. Ma l’insegnamento è e sarà sempre la mia passione".

Alessandro Pistolesi