
Centoventi anni di storia, 4 generazioni e una grande passione: produrre vini di carattere, espressione di un territorio unico come quello delle "colline di Leonardo". Le 10 etichette della Fattoria Montellori di Fucecchio si sono guadagnate una recensione speciale nel blog "Le mille bolle" del giornalista Franco Ziliani, che si occupa di vino dal 1984 e che attualmente scrive per alcune delle più blasonate riviste di enologia. Una bella soddisfazione per Alessandro Nieri, che oggi dirige l’azienda in continua espansione.
A conquistare il palato del blogger è stato il Pas Dosè, "uno dei migliori spumanti Metodo Classico che mi sia capitato di bere in quasi 40 anni di esperienza da degustatore e bevitore di bollicine nobili" ha commentato lo stesso giornalista. Un 100% Chardonnay il cui segreto sta nella ’terra’. "Il merito di questo riconoscimento? Sicuramente – confessa Alessandro Nieri, oggi a capo della Tenuta – sta nel nostro grande valore aggiunto: il terreno. Un grande vino nasce soltanto da un grande terreno". I vigneti infatti sono localizzati nel Montalbano a circa 500 metri sopra il livello del mare. E non a caso. "La storia comincia nel 1895 – ricorda Nieri- quando il mio bisnonno, Giuseppe Nieri, dopo aver fatto fortuna con le concerie decise di comprare dei poderi in zona Cerreto Guidi e Fucecchio investendo in agricoltura. Mio nonno ha continuato fino al dopoguerra e poi è subentrato mio padre negli anni ‘60 che ha cercato di portare innovazione e migliorare le tecnologie soprattutto nella produzione dei bianchi di cui era appassionato. Come ultimo atto della sua vita decise da estimatore di champagne, agli inizi degli anni ’70 di fare delle spumantizzazioni. Partirono i primi esperimenti prima col Trebbiano, con la vigna di Chardonnay di Cerreto Guidi, ma si rese conto ben presto che qualcosa non andava". Alla fine degli anni ‘70 dopo varie esplorazioni, ecco intercettato il luogo perfetto: il Montalbano, da un terreno ricco di arenaria e pietre si poteva ottenere quello che si cercava.
Il suolo infatti è caratterizzato da un terreno sciolto ricco di silice e calcare, "caratteristica – puntualizza Nieri - che garantisce ottima freschezza e mineralità al vino. Le viti sono allevate a pergola per evitare l’irradiazione diretta del grappolo. Il nostro metodo classico ha una permanenza di 36 mesi sui lieviti. Trascorso il periodo, avviene la sboccatura. I profumi che si sentono? Dipendono tutti da quello che le radici tirano fuori da un terreno così particolare".
Il cuore dei vigneti di proprietà Montellori è il Sangiovese, tra Cerreto Guidi e San Miniato. "Abbiamo 50 ettari di terreno, 4 micro zone importanti, in totale facciamo sulle 230mila bottiglie l’anno. Il mio approccio in cantina è minimalista. Non mi avvalgo dell’enologo - confessa il titolare della tenuta - Da solo trovo molta più soddisfazione nel mio lavoro". I mercati di riferimento per l’export rappresentano il 55% delle vendite e guardano alla Germania, agli Stati Uniti, al Canada e alla Cina. L’annata, causa Covid, ha avuto degli impedimenti ma l’azienda, che oggi conta 12 dipendenti, punta da metà maggio a ripartire alla grande.
Ylenia Cecchetti