Keu e strada dei veleni. Mancano solo gli allacci per l’acqua potabile: "Ma l’incubo non è finito"

Dopo quasi tre anni i residenti si lavano ancora con l’acqua minerale "Le sostanze inquinanti vanno rimosse. E si faccia chiarezza sulle analisi".

Keu e strada dei veleni. Mancano solo gli allacci per l’acqua potabile: "Ma l’incubo non è finito"

Keu e strada dei veleni. Mancano solo gli allacci per l’acqua potabile: "Ma l’incubo non è finito"

Sono passati quasi tre anni eppure piccoli gesti quotidiani come lavarsi i denti o fare la doccia restano ancora una ferita che provoca sgomento. Alcuni utilizzano l’acqua minerale comprata al supermercato, altri si fanno portare acqua potabile da fuori. Angoscia e paura condizionano la vita di una decina di famiglie. La loro colpa? Abitare vicino al cavalcaferrovia di Brusciana sulla nuova strada regionale 429 dove, secondo la Dda di Firenze, sono state seppellite ottomila tonnellate di keu, ovvero fanghi tossici provenienti dalle concerie di Santa Croce. Una sostanza potenzialmente dannosa per la salute. Il Comune di Empoli ha mantenuto la promessa: le tubazioni per portare l’acqua pubblica nelle case sono pronte. "Sono stati eseguiti i collaudi tra fine ottobre e inizio novembre – spiega Dario Mandriani che abita tra via Piangrande e via Molin Nuovo, a pochi passi dalla strada dei veleni –. La parte più consistente dell’opera è stata compiuta. Poi molti di noi hanno dovuto realizzare scavi importanti nei propri giardini. Questo intervento era a carico nostro, com’è giusto che sia, trattandosi di aree private. Adesso mancano solo gli allacci, proprio ora ho mandato la richiesta ad Acque".

La fine di un incubo? Non proprio. "La battaglia va avanti anche tramite le iniziative dell’assemblea permanente No keu – prosegue Mandriani –. Tamponare con l’acquedotto va bene, per ora, ma i veleni restano. Per questo non ci stancheremo mai di chiedere la bonifica dell’area. Queste sostanze vanno tolte. Siamo felici che la giustizia stia facendo il suo corso, vanno individuati i responsabili. Ma vanno anche rimossi i veleni".

I riflettori sulla vicenda si sono riaccesi lunedì con le 30 richieste di rinvio a giudizio formulate dalla Dda di Firenze per 30 indagati, fra politici e imprenditori. Tra le accuse ci sono, a vario titolo, quelle di associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, corruzione in materia elettorale e di indebita erogazione di fondi pubblici in danno della pubblica amministrazione, falso e impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari. "Una notizia che aspettavamo – commenta Mandriani –, stiamo valutando di presentarci come parte civile nel processo, per un eventuale risarcimento. Abbiamo dato un incarico esplorativo a un legale per capire se ci sono gli estremi per dimostrare una reale svalutazione delle nostre abitazioni".

Intanto le analisi di Arpat per monitorare le acque sotterranee su 12 pozzi privati continuano a cadenza periodica. "Finora gli esiti sono stati sempre negativi – conclude Dario –. A novembre, dopo un’apposita ordinanza, sono stati svolti dei carotaggi a livello superficiale sul tratto incriminato, dall’asfalto fino al rilevato stradale. I prelievi sono andati avanti per una ventina di giorni. Non conosciamo gli esiti e chiediamo più chiarezza sulle analisi che vengono svolte. Non sappiamo bene come si comporta questo materiale a contatto con l’acqua, non ci sono dati certi, è tutto ancora molto nebuloso. E non c’è cosa peggiore che vivere in questa incertezza".

Alessandro Pistolesi