Il volto utile e bello degli scarti Ritagli di pelle diventano arte E parlano di bellezza e sostenibilità

La sinergia della Conceria Zabri Spa di Fucecchio con due artiste dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

Il volto utile e bello degli scarti  Ritagli di pelle diventano arte  E parlano di bellezza e sostenibilità

Il volto utile e bello degli scarti Ritagli di pelle diventano arte E parlano di bellezza e sostenibilità

La conceria Zabri Spa di Fucecchio da tempo collabora con alcuni artisti emergenti dell’ Accademia delle Belle Arti di Firenze consegnando materiale per le loro opere. E’ successo anche nei giorni scorsi in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile che si è svolto a Firenze dove le artiste hanno partecipato con un opera che esprime un forte messaggio dedicato alla filiera della pelle. Si chiama “Now no waste art”, la mostra di arte contemporanea, un evento espositivo sostenibile pensato e organizzato da @fondentearte per ispirare ed educare alla sostenibilità e alla circolarità e che ha coinvolto gli artisti: Luca Bongini, Antonio Cugnetto, Liber Vittorio Venturini, Cristina Mariani, Chiara Mastrangelo, il duo Pietracito-Chiari, Irene Rovani e Rinascimento Punk. La Conceria Zabri Spa ha accolto con entusiasmo la proposta delle artiste Elisa Pietracito e Benedetta Chiari mettendo a disposizione scarti di lavorazione della pelle.

L’opera realizzata con scarti di pelle, filo di cotone, poliestere rappresenta la realtà dove spesso il quantitativo è più importante del qualitativo – spiega una nota – "come nel mondo lo sfruttamento animale è causato da una eccessiva produzione di carne". Realizzati dai ritagli quadrati nelle tonalità dei colori naturali della carne, evocano un’immagine pixelata di forme di animali appesi in un macello. Il pixel di grande dimensioni rimanda ad una realtà in cui la quantità è più importante della qualità, proprio come sul web dove per viaggiare più velocemente le immagini riducono drasticamente la propria risoluzione, alterando l’immagine e la percezione della stessa. L’opera propone una visione che suggerisca una messa a fuoco su tematiche del quotidiano come lo smaltimento dei rifiuti, la produzione e il consumo consapevole che hanno un impatto ambientale determinante sul pianeta.

Per lanciare questo messaggio è stato utilizzato un sottoprodotto che la filiera alimentare genera, la pelle. In scena dunque una produzione artistica che è un esempio tangibile e concreto di arte responsabile, intelligente e sostenibile e di come prodotti di vario genere e di varia natura, destinati ad altri usi e che hanno terminato il proprio ciclo di vita, possono entrare in un nuovo processo produttivo, quello artistico. E dare un altro volto a prodotti che rischiano di diventare solo rifiuti.