
di Francesca Cavini
Le elezioni per il rinnovo del consiglio dell’associazione Avvocati di Empoli e Valdelsa si sono svolte il 20 luglio e ieri il consiglio stesso ha rinnovato il direttivo, confermando alla presidenza (e all’unanimità) l’avvocato Gian Paolo Stefanelli. Insieme a Stefanelli, sono state elette Caterina Bastianoni quale vicepresidente (anche lei confermata),la tesoriera Maria Cira D’Antuono (già consigliere comunale) e Lisa Scarinzi, a cui è affidata la segreteria. Gli altri membri del consiglio sono: Alberto Dani, Daniela Fioravanti, Francesca Landi, Gabriele Stagni e Matteo Tamburini.
Avvocato Stefanelli, questo terzo mandato sarà anche l’ultimo?
"Sì. E l’obiettivo è creare un ponte che consenta l’ingresso di forze nuove all’interno del direttivo e dell’associazione senza disperdere tutto il buono fatto fino a oggi".
E nel futuro immediato?
"Proprio nel segno del rinnovamento, vogliamo coinvolgere più giovani avvocati per costituire un giusto equilibrio fra entusiasmo ed esperienza. Implementeremo la commissione giovani che si occuperà proprio di coinvolgere i praticanti e gli avvocati neoiscritti all’albo professionale".
Come avete portato avanti l’attività dell’associazizone in questi anni di pandemia?
"Un’associazione territoriale come la nostra, che fa dell’aggregazione e dei momenti di condivisione degli eventi formativi e sociali il suo fulcro, ha sofferto molto delle restrizioni causate dal Covid. Ciò nonostante, siamo riusciti a dare una buona offerta formativa ai nostri iscritti e offrire importanti servizi per la collettività, di concerto con le pubbliche amministrazioni, come lo sportello del cittadino e quello di prossimità".
Parlando di servizi ai cittadini e visto che è vicepresidente dell’associazione per il tribunale di Empoli, a che punto siamo?
"La caduta del governo Draghi ha aperto nuovi scenari. Ci auguriamo che, come già ampiamente manifestato da tutte le forze politiche in passato, a maggior ragione adesso i partiti inseriscano nei propri programmi la riforma della geografia giudiziaria. Se così fosse, non vedo come il nuovo esecutivo, indipendentemente dalle forze che lo comporranno, possa astenersi dal compiere tale operazione. E, conseguentemente, non istituire una sede di tribunale per un territorio come il nostro che ha in questi anni dimostrato scientificamente, demograficamente ed economicamente di meritare una sede di tribunale ’plena’, non una sezione distaccata. Pensare di risolvere i problemi della giustizia rimaneggiando semplicememte le norme sul rito (procedura civile e procedura penale ndr.) è un’utopia".