Ora esistono le prove: la città di Empoli era abitata già 3.500 anni fa. Risale infatti al 1.500 avanti cristo il pozzo preistorico che è stato rinvenuto tempo fa durante i lavori di scavo per realizzare la nuova scuola tra via Sanzio e via Bonistallo. Le recenti analisi hanno confermato che si tratta di un pozzo per acqua risalente alla media età del Bronzo. Al momento è il più antico esemplare del suo genere rinvenuto in Toscana. La scoperta è avvenuta durante le indagini di archeologia preventiva a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana iniziate a Empoli nel 2020. Lo scavo stratigrafico ha messo in luce varie fasi di vita del pozzo, documentate anche dai contenitori fittili rinvenuti al suo interno, probabilmente vasi usati per attingere l’acqua.
La presenza di questa struttura, impegnativa dal punto di vista della realizzazione e della manutenzione, fa ipotizzare l’esistenza di un insediamento stabile nelle vicinanze. "Si tratta di una scoperta abbastanza rara – commenta Francesco Cini, legale rappresentante della Cooperativa Ichnos di Montelupo Fiorentino che si è occupata degli scavi –. Il pozzo risale a un periodo che va tra il 1500 e il 1600 avanti cristo, si tratta dunque di uno dei reperti più antichi che sono stati trovati a Empoli in un contesto archeologico".
L’intervento, svolto sotto la direzione scientifica della la dottoressa Ursula Wierer della Soprintendenza Archeologia, è stato portato avanti da Andrea Violetti, Ludovico Giannini, Lorenzo Cecchini e Giulia Gallerini della Ichnos di Montelupo Fiorentino, cooperativa che gestisce anche il museo archeologico. I risultati della scoperta saranno illustrati domani alle 21,30 al Green Bar del parco di Serravalle. Parteciperanno la dottoressa Ursula Wierer della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’area metropolitana di Firenze e l’archeologo Ludovico Giannini, della Cooperativa Ichnos. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Empoli, è realizzata in collaborazione con l’associazione Archeologica Volontariato Medio Valdarno e con la Cooperativa Sociale Sintesi Minerva.
"Il lavoro ha richiesto molte fasi di intervento – continua Cini – Prima della progettazione abbiamo dovuto effettuare dei controlli preliminari e poi indagini sempre più approfondite fino alla scoperta finale". E ora che ne sarà del pozzo? "Il materiale, tuttora in fase di studio – spiega Cini – sarà restaurato e finirà in un qualche contenitore espositivo". In modo che tutti possano ammirarlo e comprendere che la storia di Empoli inizia davvero da lontano. E la scoperta di questo pozzo, come un messaggio che arriva dal passato, serve a ricordarcelo.