Il calice è mezzo pieno: "Vino, affari in calo. Occhi sui nuovi mercati. E impegno sostenibile"

La Cantina Sociale Colli Fiorentini tira le somme dopo il Vinitaly: "Grande interesse per le nostre etichette e per gli investimenti ’green’. Ma per il settore è un periodo difficile, gli acquirenti sono sempre meno".

Il calice è mezzo pieno: "Vino, affari in calo. Occhi sui nuovi mercati. E impegno sostenibile"

Il calice è mezzo pieno: "Vino, affari in calo. Occhi sui nuovi mercati. E impegno sostenibile"

Il vino ’verde’ ha attirato interesse al Vinitaly di Verona che si è appena concluso. ’Green’ come si usa dire oggi. Per essere più precisi: la Cantina Sociale Colli Fiorentini di Val Virginio a Montespertoli ha messo in mostra le proprie etichette di rosso Docg Chianti e anche il processo di produzione, che ha visto di recente un forte investimento sull’energia derivata dal fotovoltaico (investimento appunto da un milione di euro).

"Impegno notevole - ha spiegato il presidente Ritano Baragli, sentito in merito - che stiamo sostenendo, e che comunque ha suscitato interesse. Anche i vini hanno suscitato interesse, ma dobbiamo dire che l’essere circondati da guerre non fa bene al nostro tipo di economia". Parole più che chiare. Ogni riferimento a Ucraina e Medio Oriente non è affatto casuale. Baragli ha poi rincarato la dose, anche su note ufficiali: "Dal calo degli acquirenti alla svalutazione delle etichette, dalle divisioni interne alla guerra all’alcool. Il settore del vino sta vivendo un periodo di grande difficoltà, e Vinitaly per noi non è solo un’occasione di incontro coi nostri clienti esteri, ma anche di discutere attivamente di queste problematiche. Il mercato è fiacco e, nonostante gli sforzi di Fiera Verona, al Vinitaly ci sono 4300 espositori e 1200 possibili compratori. Ci sono troppi venditori rispetto agli acquirenti, dobbiamo riuscire a dare il giusto valore al vino che vendiamo e al vino dei nostri soci, non possiamo svenderci in un mercato che è diventato troppo agguerrito. Il ceto medio ha perso potere d’acquisto e tutto il mondo del vino ne sta risentendo, ma le divisioni non servono. Noi continuiamo a puntare sulla cooperazione per dare futuro alle aziende che da sole non andrebbero da nessuna parte".

"Stiamo facendo molti incontri con nuovi potenziali clienti e cerchiamo di crescere con le vendite all’estero, che a oggi rappresentano meno del 10% del nostro fatturato – conclude Baragli – ma il contesto economico e sociale non è affatto semplice. A oggi, stiamo assistendo a una lotta all’alcol che però non può essere una lotta contro il vino, in cui il tenore alcolico pesa molto meno rispetto a quello dei superalcolici, sempre più diffusi. Inoltre - ha concluso - non dimentichiamo che il vino è alla base della nostra dieta mediterranea che ci pone tra i popoli più longevi del mondo e fa parte a pieno titolo della nostra cultura non solo enogastronomica".

Poi anche il bicchiere… mezzo pieno all’innovativo Winebar del Chianti: "Il winebar del Consorzio Vino Chianti è stato un grande successo con uno straordinario afflusso di visitatori: secondo le nostre stime, sono stati 18mila gli assaggi effettuati al nostro bancone. L’effetto calamita sul nuovo stand è stato importante: sono venute persone da tutto il mondo per assaggiare i nostri vini", ha spiegato il presidente del Consorzio del Chianti, Giovanni Busi. In alto, comunque, i calici.

A.C.