REDAZIONE EMPOLI

I dieci anni di Spinelli. Il sindaco tira le somme: "Abbiamo fatto di più. Oltre al programmato"

Il bilancio del primo cittadino uscente che torna al lavoro a Santa Croce. Un futuro in Regione? "Non lo escluso, ma è ancora presto per dirlo". "Credo che per esperienza, potrei ancora dare molto al nostro Paese".

I dieci anni di Spinelli. Il sindaco tira le somme: "Abbiamo fatto di più. Oltre al programmato"

FUCECCHIO

Ultime settimane da sindaco, per Alessio Spinelli che tornerà al suo posto in Comune a Santa Croce. Ma giorni, anche, per tracciare un primo bilancio.

Dieci anni da sindaco. È riuscito a fare per Fucecchio tutto quello che si era proposto?

"Dal programma elettorale condiviso con i cittadini, io e la mia giunta siamo riusciti a fare molto di più, grazie al complesso lavoro che ha portato ad intercettare oltre 21 milioni di euro dai fondi del piano nazionale riprese resilienza (non preventivati inizialmente) per realizzare nuove scuole per l’infanzia, materne, ampliamento medie e nuova mensa, strade, piazze e immobili da rigenerazione urbana nel centro storico, nuove infrastrutture come la ciclopista sull’Arno, impianti sportivi non per ultima la pista di atletica in corso d’opera, la Strada Regionale 436 che porta alla stazione ferroviaria e la rotatoria alle Vedute sull’incrocio che porta a Santa Croce. Inoltre grazie ai buoni rapporti con la Città Metropolitana abbiamo asfaltato l’intera provinciale Pesciatina, oltre via delle Cerbaie dopo aver ampliato la sottostante rete del gas metano e molte altre opere che toccano tutte le frazioni".

Un sogno rimasto nel cassetto?

"Nonostante che questa generazione di sindaci, sia dal 2014, quella interamente socialcon Facebook, Instagram, TikTok, Twitter, non sono riuscito a far avvicinare la cittadinanza a comprendere tutte le difficoltà che l’amministrazione affronta per realizzare qualsiasi opera pubblica o dare servizi ai cittadini. La burocrazia che fa da padrona su tutto ciò che portiamo avanti e che rallenta qualsiasi procedura, non sono riuscito a farla comprendere bene. Se questo sogno nel cassetto fosse stato avverato, ci sarebbe stata molta più comprensione e rispetto del lavoro che questa amministrazione ha svolto in dieci anni".

Qual è stato il momento più difficile?

"Appare quasi una risposta scontata, ma è inevitabile dire che il momento più difficile è stato il superamento del periodo in cui abbiamo affrontato la pandemia, soprattutto durante il lockdown. Non tanto perché avessi paura di prendere decisioni importanti e responsabili come primo cittadino, che ho dovuto affrontare quotidianamente, ma per il “buio” e la mancanza di risposte certe da dare alle persone, in modo da non aggravare la diffusione del virus, tenendo conto anche di tutti gli aspetti economici sulle quali si riflettevano le decisioni. In questo caso è stato di fondamentale importanza il confronto giornaliero fra tutti i sindaci i della Città Metropolitana e la presidenza della Regione".

Quale invece quello che le lascia dentro un segno profondo?

"Indubbiamente sono stato segnato in maniera profonda dalle due missioni in Ucraina a cui ho partecipato, una i primi giorni di marzo 2022 subito dopo l’inizio della guerra con la Russia, e l’altra con il Movimento Shalom lo scorso anno in luglio per una missione di pace, insieme al vescovo Andrea Migliavacca, il generale in ausiliaria Antonino Zarcone, monsignor don Andrea Pio Cristiani, don Donato Agostinelli, il presidente del movimento Shalom avvocato Vieri Martini ed altri volontari. Insieme a Luigi Checchi presidente della Pubblica Assistenza di Fucecchio ed altri compagni di viaggio durante la prima missione abbiamo trasportato nel nostro comune 11 persone fra le quali un bambino gravemente ammalato, salvandoli dalla morte a cui sarebbero andati incontro, avendoli conosciuti nella grande agitazione in un centro profughi a Przemyśl al confine con la Polonia. Avendo toccato direttamente il sangue ed il dolore della guerra porterò con me tutti quei volti, quegli sguardi, quegli odori acri di tutte quelle persone che senza nessuna colpa muoiono e rischiano la vita solo per il fatto di trovarsi in qui luoghi".

Cosa c’è nel futuro di Alessio Spinelli?

"Mi sento una persona fortunata in quanto con mia moglie e i quattro nostri figli abbiamo molti progetti da realizzare, lasciati in sospeso per questo mio ruolo istituzionale e pertanto vorrei recuperare un po’ di tempo da dedicare alla famiglia. Ritornerò sicuramente al mio lavoro di funzionario e tecnico pubblico al Comune di Santa Croce per dare il mio concreto contributo, anche se dopo 10 anni da sindaco riterrei di poter ancora dare molto al nostro paese ed ai molteplici servizi per la nostra comunità".

È ipotizzabile una sua discesa in campo per le regionali ?

"Nulla è da escludere anche se ovviamente facendo parte di un partito politico occorre condividere insieme scelte e prospettive future, oltre a chiedere l’appoggio anche di tutta la mia comunità. I tempi sono ancora molto lontani"

Carlo Baroni