I Cas ora scoppiano. Letti fuori dalle camere per ospitare i profughi. Scatta il sopralluogo

Brande e materassi fuori dalle stanze nella struttura di Spicchio. Il sindaco Torchia: "Vogliamo capire come gestire il sovraffollamento". Dal centro di accoglienza rassicurano: "Non siamo fuori quota".

I Cas ora scoppiano. Letti fuori dalle camere per ospitare i profughi. Scatta il sopralluogo

I Cas ora scoppiano. Letti fuori dalle camere per ospitare i profughi. Scatta il sopralluogo

La priorità, nel pieno dell’emergenza, è dare un tetto a chi è fuggito dall’inferno ed è arrivato prima in Italia, poi in Toscana, infine nell’Empolese Valdelsa, per salvarsi, cercando una seconda opportunità. Lo ha ribadito il presidente della Regione Eugenio Giani commentando il boom degli sbarchi con il conseguente effetto di un’accoglienza esasperata, di un sistema in ginocchio al quale si chiede ogni giorno uno sforzo in più. Hanno dovuto tirar fuori materassi da sistemare all’esterno delle camere, perché i posti letto non erano abbastanza, i volontari del Centro di accoglienza straordinaria di via Limitese, a Spicchio, nel Comune di Vinci. Il centro, gestito dalla onlus Differenze Culturali e Nonviolenza, si trova ogni giorno a ospitare un 30% in più di persone rispetto a quelle previste dalla capienza della struttura, e nei giorni scorsi la situazione è stata complicata da gestire. Quando, infatti, la Prefettura assegna un certo numero di migranti alle varie strutture degli enti gestori (che comunque segnalano l’indisponibilità di spazi), ci si attrezza come si può pur di non lasciare indietro nessuno.

Letti arrangiati, brande fornite dalla Protezione Civile, sistemazioni di fortuna: le stanze sono sovraffollate, ma i pullman continuano ad arrivare. Una situazione precaria, che il sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia, verificherà personalmente oggi pomeriggio con un sopralluogo in via Limitese. "Si tratta di uno dei più grossi centri di accoglienza della provincia di Firenze - anticipa Torchia - Con i tecnici comunali e i vigili urbani, cercheremo di capire come gestire il sovradimensionamento delle presenze".

Nessun dubbio sul lavoro incessante e serio dell’associazione, che, aspettando l’incontro di domani, fornisce un quadro della situazione allo stato attuale. "Se guardiamo ai numeri previsti dall’accoglienza nella norma regionale sugli ostelli, non siamo fuori quota - rassicura Maria Assunta Lucii, responsabile di Differenze Culturali - Lo siamo per le convenzioni con la Prefettura, che continua a chiederci spazi per i richiedenti asilo. Ma non siamo di fronte a un’emergenza incontrollata. La nostra struttura conta 14 bagni, mansarde abitabili di 2,40 metri di altezza con finestre. Sono stati recuperati materassi ultimamente, perché non avevamo abbastanza letti pronti ad accogliere i nuovi arrivati. E al prossimo sbarco, se altre persone verranno destinate al nostro Cas, si dovrà nuovamente correre ai ripari". La capienza massima del Cas di Sovigliana sarebbe di 60 persone, nello scorso weekend la struttura ha toccato quota 78. Oggi dovrebbe contarne circa 70. Un numero provvisorio considerato che spesso, "chi arriva poi si allontana - spiega Lucii - Si trattiene tre giorni, giusto il tempo di riposarsi e riprendere contatti con altre realtà, e poi magari riparte. Al momento le presenze sono di un 20, 30% in più". Va meglio invece nei Cas di Certaldo, dove la stessa associazione gestisce un centro per uomini singoli (25 gli ospiti) e uno per donne e bambini (20 totali). Ylenia Cecchetti