BRUNO BERTI
Cronaca

Gli esclusi dal sussidio. Assegno di inclusione: in tanti tagliati fuori: "Pratiche più difficili"

Con il reddito di cittadinanza le domande erano arrivate a quota 1.400. Il responsabile del Caaf: "Ora 287 richieste, qualcuna già accettata". .

Gli esclusi dal sussidio. Assegno di inclusione: in tanti tagliati fuori: "Pratiche più difficili"

Gli esclusi dal sussidio. Assegno di inclusione: in tanti tagliati fuori: "Pratiche più difficili"

Il reddito di cittadinanza sembra ormai una cosa di altri tempi, ma a suo tempo la misura ha suscitato l’interesse di molti anche in una zona, come la nostra, in cui il mondo delle imprese è decisamente vitale. Questa significa che l’aiuto disposto a suo tempo andava incontro ai problemi di tante persone, perché la povertà (sappiamo di usare una brutta parola, ma il concetto è quello, ed è inutile tentare di edulcorarlo) è presente ovunque. Ora che il reddito non esiste più – ci sono solo trattamenti con importi minori per particolari casi – può essere utile cercare di capire i contorni della questione dalle nostre parti. Perciò abbiamo sentito chi si è occupato professionalmente di inviare le domande all’Inps, aiutando nel contempo gli interessati a districarsi nel solito labirinto burocratico che accompagna le iniziative pubbliche, anche quelle destinate a chi è in difficoltà. Ci siamo rivolti al Caaf della Cgil, il centro di assistenza fiscale, e altro, che si trova nella sede del sindacato, all’interno del Centro commerciale di via Sanzio.

Il responsabile del Caaf nell’Empolese Valdelsa, Gabriele Pennini, dice che nel 2022 i suoi uffici avevano seguito 682 pratiche (grosso modo il 50% del totale di zona, visto che le sedi locali hanno seguito circa la metà delle richieste avanzate nella nostra area). Possiamo quindi pensare a un numero complessivo che sfiora le 1.400 domande, che significano altrettanti nuclei familiari interessati. Numeri che, come dicevamo, non sono da terre economicamente disastrate, ma che raccontano di un problema presente su tutto il territorio nazionale. Se la povertà era triplicata nel 2012 (sfruttando anche il terreno fertile creato dalla crisi del 2008), non si è più tornati ai livelli precedenti, e anzi è cresciuta per effetto della pandemia. Tornando a quelle pratiche, Pennini ricorda che "il 58% di esse, vale a dire 359, era stato accettato".

Nell’anno successivo, il 2023 (quando il reddito di cittadinanza era già a fine corsa), le richieste curate dal Caaf "sono state 346, 200 delle quali accolte". Poi è arrivato l’Assegno di inclusione, un sostegno economico per gli utenti in condizioni di fragilità e l’inserimento in percorsi di formazione e di politica attiva del lavoro, meno entusiasmante dal punto di vista delle somme erogate e con più limitazioni nella platea di potenziali richiedenti. "Per quest’ultimo strumento ci siamo occupati di 287 richieste per la maggior parte delle quali stiamo aspettando le risposte. Qualcuna comunque è già stata accettata". Come si vede i numeri sono in calo a causa della stretta sui requisiti per l’accesso. "Ad esempio – spiega Pennini - sono fuori dalla possibilità di fare domanda chi rientra tra gli occupabili, chi ha un po’ di soldi in banca o chi non ha figli minori. Infine, nel caso dell’assegno, prima vengono svolti i controlli e poi si passa al pagamento di quanto spetta. Quest’ultimo punto crediamo sia importante perché l’ente erogatore non arriva a dover chiedere indietro i soldi versati nel caso che il beneficio non fosse dovuto. Il dato generale, comunque, è che sono stati stretti, e di molto, i cordoni della borsa". E poi, perché l’obiettivo dell’assegno è quello di arrivare a un lavoro "si devono fare corsi professionali – aggiunge il responsabile del Caaf-Cgil – a cui dovrebbero provvedere i Centri per l’impiego". Questo tipo di attività, però, non sono molte, e allora, per non perdere il beneficio, si prevedono altre misure di partecipazione attiva alla ricerca di inserimento al lavoro.