
Bruxelles non ci darà da bere vino annacquato. Perché così, dicono, fa meno male. Il sindaco di Montespertoli, Alessio Mugnaini, scende a fianco della Regione Toscana nella battaglia contro il progetto Ue dei vini "annacquati" per arginare, guarda caso, la gradazione alcolica. Montespertoli è la ‘capitale’ di produzione del vino Chianti (ex Putto) tra i 100 ed i 150 mila ettolitri annui (su un totale di 700-800 mila dell’intera denominazione, da non confondersi con il Chianti Classico).
"Nei nostri vini - afferma Mugnaini - c’è la nostra tradizione e la nostra storia, nei calici c’è un pezzo di casa nostra e ogni cambiamento deve venire dal territorio e non da chi non lo conosce. La storia del vino è sempre in evoluzione ma l’evoluzione non deve perdere legami con la tradizione e il territorio: devono essere i produttori e i tecnici del settore a guidare ogni evoluzione e non Bruxelles. Non si può discutere di annacquare il vino per abbassare la gradazione alcolica, pensando che questo sia il modo di combattere l’abuso di consumo di vino, il corretto uso e consumo del vino lo si promuove attraverso i corretti stili di vita, attraverso la conoscenza e la cultura agroalimentare. Come sindaco di uno dei principali territori di vino sono a fianco della Regione Toscana e dei produttori in questa battaglia".
Regione che si era già posizionata arcigna con l’assessore all’agroalimentare, Stefania Saccardi: "Leggo che a Bruxelles c’è chi sta pensando di mettere acqua nel vino per abbassarne la gradazione alcolica. E si vorrebbe consentire tale pratica anche per le denominazioni di origine controllata e garantita. Non scherziamo: assicuro che la Toscana farà la sua parte, direttamente e incalzando anche il nostro governo, perché ciò non accada". A Bruxelles ci sarebbe chi addirittura ipotizza l’eliminazione dell’alcol dal vino. "Se è sacrosanto – prosegue Saccardi - l’obiettivo di combattere un consumo indiscriminato non lo si può però tradurre in una pratica che minerebbe la naturalità del vino. Sono aspetti che in Toscana abbiamo ben chiari e che sono nel Dna di un sistema che tiene insieme i viticoltori, i consumatori, il patrimonio vitivinicolo. E, ne sono certa, chiaro lo hanno anche tanti nostri estimatori, diffusi in ogni angolo del pianeta". Quello delle pratiche enologiche - conclude Saccardi - è un tema serio che va affrontato sul piano tecnico-enologico. Riguardo al tema del consumo dell’alcol non credo sia questa la strategia corretta per porvi rimedio".
Andrea Ciappi