
Una paziente durante un’ecografia in ambulatorio (foto d’archivio)
Empoli (Firenze), 10 dicembre 2024 – “La possibilità di fare esami diagnostici in ambulatorio migliora e completa la visita medica del paziente. Non vediamo l’ora di partire con questa attività”. Il dottor Alessandro Bonci, medico di famiglia e coordinatore clinico della Casa della Salute di Vinci è pronto alla ’rivoluzione’, quella che da gennaio permetterà ai medici di base di fare esami ed ecografie nei loro ambulatori. L’accordo tra Regione e medici di famiglia è già stato raggiunto e siglato. La delibera è pronta, prima però di essere operativa dovrà passare al vaglio della giunta toscana a fine dicembre. Al progetto saranno destinati per il 2025 due milioni di euro. “Sul nostro territorio – precisa Bonci – erano già state fatte piccole sperimentazioni di diagnostica in ambulatorio: l’ultima è stata la spirometria con l’adesione di 80 medici”.
Secondo una prima stima nell’Empolese Valdelsa potrebbero essere dai 100 ai 150 i medici di famiglia convinti a sposare il nuovo progetto rivoluzionario, che prevede l’adesione su base volontaria, con un premio di risultato per i professionisti che riusciranno con la loro attività ambulatoriale a diminuire il numero di richieste di prestazioni specialistiche ed esami strumentali e quindi ad abbattere le liste di attesa.
Che cosa si potrà fare dai medici di famiglia? Gli ambulatori sperimentali saranno dedicati a cinque problemi di salute: malattie respiratorie, cardiovascolari, diabete. Poi si effettuerà medicina del dolore e si faranno visite ecoassistite, ovvero, le ecografie. “Potranno anche essere presi in carico anche pazienti cronici che devono essere sottoposti a esami periodici, penso ad esempio ad un soggetto con bronchite cronica che in ambulatorio potrà fare la spirometria senza dover ricorrere ad una prestazione specialista”. Per il dottor Bonci è importante che il progetto sia il più possibile capillare sul territorio. “Gli esami diagnostici dovrebbero poter essere erogati dalla medicina di gruppo e dai singoli medici di famiglia in modo che anche negli ambulatori dei territori più disagiati i pazienti possano avere risposte il più possibile rapide e complete ai loro problemi”. Gli esami diagnostici si aggiungono all’attività, già impegnativa, del medico di famiglia. “Ben venga tutto il tempo in più che dedichiamo al paziente – sottolinea Bonci – Il tempo sprecato è quello che impieghiamo dietro alla burocrazia che ci richiede di compilare schede, pratiche, modelli”.
Favorevole al cambio di passo anche il dottor Iacopo Periti, medico di base a Empoli e vice segretario regionale della Federazione italiana medici di medicina generale; che tuttavia mette in guardia sul far passare bene il messaggio ai cittadini. “Bisogna che non ci siano fraintendimenti. La diagnostica in ambulatorio serve al medico di famiglia per fare una propria diagnosi a completamento della visita, non un esame programmato, tipo un follow up. Poi, in futuro, si arriverà anche a quello, ma per ora il progetto ha l’obiettivo di alleggerire il pronto soccorso e diminuire le liste d’attesa per visite specialistiche. Chiaramente – aggiunge Periti – i pazienti dovranno essere consapevoli che se il medico non risponderà tempestivamente al telefono è perché in quel momento potrebbe essere impegnato in un esame diagnostico. Altrettanto più complicato sarà andare a fare visite a domicilio. Andranno trovate altre modalità di assistenza. Il sistema sanitario pubblico sta cambiando”.