Il sindaco di Certaldo offeso per la sua omosessualità, «Mai questi insulti in 10 anni»

Intervista al primo cittadino, attaccato e denigrato via Facebook

Giacomo Cucini, sindaco di Certaldo, vittima di pesanti insulti su Facebook

Giacomo Cucini, sindaco di Certaldo, vittima di pesanti insulti su Facebook

Certaldo, 13 aprile 2019 - «Ho pubblicato quel post non per passare da vittima. Voglio lanciare un messaggio chiaro: non deve passare il concetto che si possa offendere chiunque». Parte da qui Giacomo Cucini, sindaco di Certaldo e candidato al mandato bis. Giovedì si è ritrovato con i riflettori puntati addosso, non per il suo impegno pubblico, no: qualcuno ha pensato di puntare il dito sulla sua vita privata, sulle relazioni intime, con un post su Facebook nel quale lo offendeva e denigrava per il suo essere omosessuale. «Voglio solo dire che sono orgoglioso di ciò che sono, ma soprattutto di rispettare tutti e di combattere contro una cultura dell’ intolleranza e del non rispetto dell’altro», la risposta del primo cittadino sul web.

Più dolore o rabbia?

«Il messaggio iniziale è doloroso, ma non è il punto. Voglio far riflettere sul fatto che certe affermazioni sono dolorose non tanto per me che ho le spalle larghe, quanto per chi ancora non ha fatto il suo percorso. Ci sono persone sulle quali possono avere un effetto fortemente negativo e il mio dovere, anche di sindaco, è dire no».

Quando è venuto a conoscenza dell’attacco?

«Un amico mi ha girato una foto del post. L’autore, un certaldese che non conosco, lo ha rimosso un’oretta dopo la pubblicazione, quando già erano scattati i messaggi di condanna nei suoi confronti».

Ne ha cancellato nome e cognome prima di ‘denunciare’. Perché?

«Non volevo si scatenasse un attacco contro una persona. Ognuno può pentirsi di un fatto compiuto. Ho scritto per sottolineare la gravità di quelle parole. E non ho sporto querela».

Cosa ha letto in quel post?

«La volontà di sminuire una figura istituzionale, visto che vengo chiamato sindaco, oltre che un attacco personale».

Più di uno si è adoperato affinché lei fosse informato subito.

«Mi ha fatto piacere che la gente abbia voluto mettermi al corrente e che lo abbia fatto con tatto. La comunità è consapevole del rispetto che merita ciascun individuo, ma c’è una minoranza che intende la diversità come un valore negativo. E’ bene ribadire che chi la pensa così è fuori dal contesto».

Violenza e discriminazione in crescita. Colpa dei social o anche la politica è responsabile?

«In parte è colpa dei social: comunicare nascosti dietro uno schermo ci fa sentire liberi di scrivere qualunque cosa. La politica? Linguaggi e modi usati negli ultimi anni sono più vicini a favorire determinati meccanismi».

La politica è diventata più violenta perché la società è diventata più violenta? 

«La violenza appartiene a una minoranza. Se alle paure della gente non dai risposte concrete ma anzi le intensifichi, allora la società può divenire violenta».

E’ cambiato il modo di fare campagna elettorale?

«Qui il clima è sereno. Non penso che questo episodio sia legato alla campagna. Ma in dieci anni di incarichi pubblici non era mai accaduto niente del genere».