
Emozioni spaziali al liceo Pontormo Empoli chiama, la navicella risponde
EMPOLI
"Abbiamo fatto tutte le operazioni di controllo. Trasmissione e ricezione radio sulla frequenza assegnata. Aspettiamo la green light. Siamo pronti". Il cosmo chiama, Empoli risponde. E si esulta, ci si abbraccia e ci si commuove (pur restando in un indispensabile silenzio tombale) quando l’astronauta giapponese Koichi Wakata, in orbita, risponde. Il collegamento ha funzionato, il lavoro ha dato i suoi frutti. Sono le 10:32:56. Non un secondo prima. Il tempismo è tutto quando si ha un appuntamento galante. E in questo caso l’appuntamento è… con lo spazio. Il countdown tiene tutti col fiato sospeso. In video c’è l’esterno della navicella, frame trasmesso dalla Nasa. I minuti a disposizione sono 10 e segneranno la storia della città. Sul monitor allestito all’auditorium dell’Istituto di Istruzione Superiore "Il Pontormo" è proiettata la Terra. La prospettiva è eccezionale: il nostro pianeta visto dallo spazio. C’è emozione per la chiamata che nessuno dei 300 ragazzi coinvolti nel progetto ha mai fatto prima: un collegamento radio Ariss (Amateur Radio on International Space Station) con la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) a 450 chilometri dalla Terra. Il liceo empolese è l’unico in Italia ad essersi guadagnato questa opportunità.
Nel backstage, a gestire la strumentazione che ha permesso la “conversazione impossibile“ ci sono i membri dell’Associazione Radioamatori Italiani di Empoli. Obiettivo della mattinata – che ha chiamato a raccolta 14 classi e ospiti illustri nell’ambito scientifico – è aprire la mente e allargare gli orizzonti. In un momento storico complicato, segnato dai conflitti, l’esperimento dal respiro internazionale di cui si sono resi protagonisti gli studenti empolesi è una boccata d’ossigeno, di ottimismo.
A quindici di loro il compito di intervistare Wakata, veterano del volo spaziale e membro dell’attuale equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale. Quattordici domande in lingua inglese e una manciata di minuti irripetibili. "Cosa significa vivere e lavorare nello spazio?". Ha provato a raccontarlo Wakata, rispondendo a tutte le curiosità dei ragazzi e sottolineando l’importanza della cooperazione internazionale in tutti gli ambiti, specialmente in quello formativo. È forte il messaggio lanciato dalla navicella spaziale e invoglia i giovani a coltivare le proprie capacità.
"Seguite i vostri sogni – ha affermato l’astronauta rivolgendosi ai ragazzi – Abbiate un obiettivo e seguitelo. In ognuno di voi c’è una passione, un talento: avete una vita di tempo per scoprirlo ed utilizzarlo al meglio. Work hard and never give up". Dieci minuti e adrenalina alle stelle per volare idealmente nello spazio. Un fatto storico per la città.
Ylenia Cecchetti