Il primo materiale plastico semisintetico, compare tra il 1861 e il 1862, grazie ad A. Parkes, per la produzione di manici e scatole, ma anche per i polsini e i colletti delle camicie.
Nel 1870 con i fratelli americani Hyatt è la volta della celluloide, che sostituisce il costoso e raro avorio delle zanne degli elefanti nella produzione delle palle da biliardo. Ma il secolo della plastica è il ‘900. Dalla bachelite al PVC, dal nylon dei tessuti al PET delle bottiglie di plastica, alla “fòrmica” dei laminati per l’arredamento. Nel 1954 ci pensa l’ingegnere chimico Giulio Natta a scoprire il polipropilene isotattico, il Moplen, che gli farà ottenere il premio Nobel per la chimica (1963) e la collaborazione con la Montecatini, storica azienda chimica fiorentina, che intravede il potenziale del nuovo polimero.
Negli anni ’60 del Boom economico si realizza la fortuna della plastica, come materiale innovativo in grado di rivoluzionare la vita degli italiani, impiegata in svariati campi: moda, industria alimentare, industria dei giocattoli, design. Oggi assistiamo alla definitiva consacrazione dei tecnopolimeri (TPX), ovvero materiali plastici che per le loro caratteristiche hanno sostituito i metalli persino nelle progettazioni ingegneristiche.