Disabile in trappola nell’ascensore "Ho subìto danni fisici e psicologici"

Eleonora De Martino vive in un appartamento al quinto piano che le è stato assegnato da Publicasa. Da anni è costretta a convivere con un servizio che si guasta spesso e che le procura attacchi di panico.

CASTELFIORENTINO

Vive da anni in una situazione di grande disagio, che nonostante le numerose segnalazioni, pare non trovare una soluzione definitiva. Quella di Eleonora De Martino è la storia di una donna, paraplegica dalla nascita, alla quale è stato assegnato un alloggio dalla società Publicasa situato al quinto piano di un edificio a Castelfiorentino, in via Profeti, per il quale è necessario l’uso dell’ascensore. "Già questa scelta - premette la donna – non è stata rispettosa della mia condizione di disabilità". Ma andiamo avanti. "Dopo aver speso 16.000 euro per restaurare l’appartamento, in condizioni neanche buone – racconta De Martino – mi sono ritrovata da anni con l’ascensore che ciclicamente si blocca e fa forti e inquietanti rumori". L’episodio più brutto, che ha segnato psicologicamente e fisicamente la donna, risale allo scorso 15 ottobre. "L’ascensore del condominio – ricorda l’inquilina – è rimasto bloccato per molto tempo, circa quaranta minuti, tra il terzo e il quarto piano. In quel momento io mi trovavo lì dentro. Essendo disabile ho subìto gravi danni fisici, perchè sono dovuta rimanere in piedi con le stampelle per tutto quel tempo. Ho accusato forte dolore agli arti inferiori, con l’impossibilità di tenermi in piedi. Ho avuto una diagnosi di inabilità di circa quaranta giorni, con l’obbligo di sottoporsi a vari cicli di fisioterapia a causa di un’ematoma bilaterale alle gambe e a varie consulenze dal podologo, oltre al bisogno dell’intervento di varie sedute di psicologia per l’insorgere di attacchi di panico, ansia e insonnia. Il tutto – sottolinea la donna – ancora non risarcito".

La titolare dell’appartamento, anche attraverso il suo legale, ha sollecitato Publicasa a far sistemare l’ascensore. "Ebbene – continua la donna – ad oggi, nonostante il direttore di Publicasa avesse rassicurato un serio intervento, l’ascensore continua ad avere forti scossoni, provocandomi grande ansia". Di fatto, ormai, la donna non riesce più ad usare l’ascensore da sola. Per rientrare in casa deve ricorrere o ad un accompagnatore a pagamento, o a fare cinque piani di scale da sola con le stampelle. La donna è esasperata e arrabbiata. Continuare così non è più fattibile. "È mai possibile – si chiede – che per avere una vita normale si debba ricorrere a lunghi e costosi processi penali e civili? O se, visto l’ignobile disinteresse per gli utenti, soprattutto i più svantaggiati e indifesi, si vuole attendere una disgrazia per porre rimedio?".

Irene Puccioni