Deforestazione e minacce. Le concerie si ribellano: "Si rischia crisi più grave"

A fine anno scatterà il nuovo regolamento europeo sulla tracciabilità. Il grido d’allarme di Unic e sindacati: "Conseguenze pesanti per il comparto".

Deforestazione e minacce. Le concerie si ribellano: "Si rischia crisi più grave"

Deforestazione e minacce. Le concerie si ribellano: "Si rischia crisi più grave"

Il settore conciario italiano sta vivendo una fase congiunturale

estremamente complicata e molto negativa e si trova ad affrontare uno scenario estremamente preoccupante, "dove spiccano le possibili conseguenze per la filiera della pelle dell’entrata in vigore a fine anno del Regolamento Ue anti-deforestazione". È l’allarme di Unic-Concerie italiane insieme ai sindacati. "Questo regolamento si pone obiettivi che i conciatori italiani condividono pienamente, al punto che da anni l’industria conciaria nazionale è strategicamente impegnata per migliorare la tracciabilità di filiera e contrastare qualsiasi possibile fenomeno di deforestazione – sottolinea una nota –. L’attuale formulazione di Eudr, però, prevede che gli operatori che commercializzano pelli bovine nell’Unione Europea debbano verificarne la provenienza da aree non deforestate, richiedendo l’applicazione di strumenti di tracciabilità a oggi assolutamente non adeguati, se non indisponibili, e inadatti a soddisfare, in tempi strettissimi, requisiti inutilmente severi e stringenti".

"In questa forma e con queste tempistiche, il Regolamento – prosegue il documento congiunto – potrebbe, quindi, avere la disastrosa conseguenza di desertificarne il tessuto economico-sociale, rendendo sostanzialmente impraticabile la sua attività circolare di recupero e trasformazione dei pellami grezzi, e vanificando i suoi stessi scopi, poiché non contribuirebbe minimamente alla reale lotta per la deforestazione, al tempo stesso favorendo il dumping concorrenziale dei Paesi extraeuropei".

Dopo aver firmato lo scorso 7 marzo l’ipotesi di accordo di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, Unic e sindacati chiedono alle istituzioni nazionali e comunitarie "un intervento urgente per scongiurare l’impatto inutilmente devastante dell’Eudr sulla filiera italiana della pelle, per evitare pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali del settore e per supportare la ripresa di un sistema economico virtuoso e all’avanguardia nel panorama internazionale, che utilizza pelli animali scarto di lavorazioni zootecniche, attuando i principi dell’economia circolare, e realizza anche cicli di trattamenti reflui e di recupero per un uso efficace ed efficiente delle risorse esistenti". Solo nel distretto di Santa Croce il conciario è fonte di lavori per circa seimila addetti.

C. B.