
I carabinieri, giunti sul posto, hanno trovata la donna in strada preoccupata perché il marito, che era ancora all’interno della casa: per futili motivi poco prima aveva litigato con lei iniziando a rompere piatti e vari suppellettili (foto d’archivio)
Una donna impaurita. Un marito su tutte le furie. Le urla e la paura che davvero possa succedere qualcosa di grave. Sono stati alcuni cittadini a dare l’allarme ed a chiedere aiuto. Nella casa c’era una lite. Forte e dai toni preoccupanti. E’ successo nel territorio di Fucecchio, nei giorni scorsi, quando i carabinieri della compagnia di Empoli hanno arrestato un uomo – un cittadino italiano 50enne – in flagranza del reato di detenzione illegale di armi da sparo e relativo munizionamento. I carabinieri sono intervenuti per la lite. Ma i successivi controlli hanno fatto emergere altro. I militari – da quanto abbiamo appreso – a seguito di un intervento richiesto tramite il Nue 112, sono intervenuti dove era stata, appunto, stato segnalata la lite. I carabinieri, giunti sul posto – da quanto emerso – hanno trovato in strada una donna, che riferiva di essere preoccupata in quanto il marito, che era ancora all’interno dell’abitazione, per futili motivi poco prima aveva litigato con lei iniziando a spaccare piatti e vari suppellettili. Una furia.
I militari dell’Arma, una volta entrati nell’abitazione per cercare di calmare l’uomo, hanno anche effettuato un accurato controllo dell’immobile. Ed è in quella circostanza che hanno trovato tre armi da sparo (una pistola e due fucili ) e vario munizionamento detenuti illegalmente dal soggetto. Si tratta di un uomo peraltro già noto alle forze dell’ordine poiché già sottoposto alla misura della detenzione domiciliare col divieto di possedere alcun tipo di arma. Invece le armi c’erano e le munizioni pure. L’uomo è stato quindi arrestato ed associato al carcere di Firenze Sollicciano, come disposto dalla Procura della Repubblica e dove è rimasto detenuto a seguito dell’udienza di convalida davanti il giudice per le indagini preliminari, in regime di custodia cautelare. Medesimo provvedimento, peraltro, è stato disposto dal magistrato di sorveglianza, che ha revocato il beneficio della detenzione domiciliare. Ovviamente, anche in questo caso, la colpevolezza dell’indagato – in ordine ai reati che gli vengono contestati – dovrà essere acclarata nel corso del successivo processo. Indagini ancora in corso.
C. B.