Dae, è sempre utilizzabile?. Le parole del formatore

Bumagat della Misericordia: "Ci sono casi in cui la scarica non è consigliata"

Dae, è sempre utilizzabile?. Le parole del formatore

Dae, è sempre utilizzabile?. Le parole del formatore

EMPOLI

Sono ore febbrili in cui si rincorrono voci e ipotesi sulla dinamica che ha portato il giovane calciatore del Castelfiorentino United alla morte dopo un malore sul campo dello stadio di Campi Bisenzio. Si attende intanto il risultato dell’autopsia che potrà sciogliere anche i dubbi legati all’utilizzo del defibrillatore. Ma ora è il momento del cordoglio. Il pellegrinaggio di compagni e tifosi allo stadio Riccardo Neri di Castelfiorentino dove il 26enne di Ponte a Egola si allenava, è proseguito anche ieri con tre gruppi del Settore Giovanile che si sono ritrovati davanti allo striscione per deporre dei fiori. Tanti dubbi, poche risposte. Chi era sul campo rivive quegli attimi tragici. "Scarica sconsigliata. Il messaggio non me lo tolgo dalla testa. Lo ripeteva il defibrillatore". Si dispera uno dei membri dello staff, ricordando un dettaglio su cui gli inquirenti dovranno far chiarezza. Il Dae effettivamente può non scaricare e non per malfunzionamento. Ma perché l’apparecchio potrebbe aver rilevato nel ragazzo funzioni vitali tali da non far partire la scossa. Come spiega Pemar Bumagat, formatore della Misericordia di Empoli, "il Dae, tipologia di defibrillatore più diffusa, è totalmente automatico. Una voce guida dà istruzioni. Non è l’operatore a stabilire il momento della defibrillazione, ma l’analisi del ritmo che viene svolta dall’apparecchio stesso".

E qui si aprono molteplici scenari. Il ritmo rilevato può non essere defibrillabile. "Il Dae analizza il tipo di attività elettrica presente e in base a quella rilascia o meno la scossa. Se la scarica non è consigliata (come potrebbe essere accaduto a Mattia, ndr), non ne specifica la motivazione. Succede se il cuore è completamente fermo o, al contrario, se il soggetto è sano. Nella maggior parte dei casi (motivo per cui si riesce a riprendere il paziente il 95% delle volte), prima di arrestarsi completamente, il ritmo cardiaco può essere corretto con le manovre di rianimazione utili a riportare l’attività elettrica ad un livello idoneo all’utilizzo del dispositivo. Ecco perché è fondamentale la tempestività", unita all’avere a disposizione a bordo campo lo strumento che però da solo non è salvavita al 100%. "Il risultato del 95% dei casi di sopravvivenza lo si raggiunge se chi pratica le manovre, inizia immediatamente le procedure di rianimazione associate al Dae. L’intervento dell’ambulanza è nullo se non si è agito bene nei primi cinque minuti, cruciali". Ed è su quelli che ora si concentrano le indagini.

Y.C.