Cure all’anziana con l’Alzheimer Il tribunale: "Deve pagare l’Asl"

A cinque anni dalla morte gli eredi avevano ricevuto un’ingiunzione da 30mila euro "Una sentenza di civiltà"

Una sentenza di civiltà

Una sentenza di civiltà

EMPOLI

L’assistenza sanitaria per i malati di Alzheimer deve essere gratuita. Lo stabilisce una sentenza del Tribunale di Firenze che ha deliberato in merito al ricorso della nipote, che è anche un avvocato, di una persona affetta da Alzheimer, che si era vista recapitare un decreto ingiuntivo dalla struttura Rsa presso la quale era ricoverata la nonna. La famiglia dell’anziana deceduta, Eda Pirami, ha ricevuto l’intimazione di pagamento quasi 5 anni dopo il suo decesso, avvenuto nel gennaio 2011. L’ex Asl 11 Empoli chiedeva agli eredi il saldo di una serie di fatture riguardo al ricovero della donna nella Rsa Pablo Neruda di Castelfiorentino. Il conto presentato era di quasi 30mila euro. Ma la nipote-avvocato, Valentina Bertini (nella foto), insieme alla collega Simona Landi, si è appellata al Tribunale di Firenze chiedendo che venisse estinto il credito poiché la donna, fin dal suo inserimento in struttura, era affetta dal morbo di Alzheimer e inserita nel progetto Cronos. In altre parole si trattava di una persona non più autosufficiente in stato terminale della progressione della malattia e, come tale, necessitante di cure mediche costanti, non più erogabili a domicilio. Il giudice, in primo grado, ha riconosciuto che le prestazioni socio sanitarie nei confronti della nonna, che versava in una condizione di salute irreversibile, dovevano essere a carico del sistema sanitario nazionale e pertanto alcuna somma a saldo doveva essere richiesta agli eredi. "La considero una sentenza di civiltà", esordisce la nipote-avvocato, che prima di rivolgersi al tribunale aveva provato a mediare con l’azienda sanitaria, ma senza successo. "Il tribunale di Firenze – prosegue l’avvocato Bertini - ribadisce l’orientamento giurisprudenziale consolidato ritenendo le prestazioni erogate nelle Rsa gratuite per i pazienti affetti da Alzheimer o da patologia degenerativa e i suoi familiari, in quanto da ritenersi prestazioni sanitarie a rilevanza sociale. La salute non deve mai smettere di essere un sacrosanto diritto fondamentale e inviolabile". Si tratta di una sentenza che per tantissime famiglie rappresenta un motivo immediato di speranza.

I.P.