
Chi era mio padre Ricordi e racconti di un partigiano
CASTELFIORENTINO
Il Teatro del Popolo di Castelfiorentino si appresta ad ospitare stasera alle 21 Andrea Pennacchi e il suo spettacolo "Mio padre – Appunti sulla guerra civile" con Andrea Pennacchi. Una produzione Teatro BoxerPantakinr in cui l’attore, drammaturgo e regista italiano sarà accompagnato dalle musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, Graziano Colella (batteria) e Gianluca Segato (lap steel guitar). "Quando è morto mio padre, mi sono svegliato di colpo, come ci si sveglia dopo una festa in cui non ti divertivi e hai bevuto anche il profumo in bagno – spiega Pennacchi – È mattina, ti svegli e stai male, ma il peggio è che non ti ricordi niente, è c’è un casino da mettere a posto. E tuo papà, che era bravo a mettere a posto, non c’è più. Così sono finiti i miei favolosi anni Novanta. La fine di una festa, la nascita di una nuova consapevolezza. Come Telemaco, ma più vecchio e sovrappeso, mi sono messo alla ricerca di mio padre e della sua storia di partigiano, e prigioniero, ma più ancora della sua Odissea di ritorno in un’Italia devastata dalla guerra. Sperando di trovare un insegnamento su come si mettono a posto le cose". "Mio padre" è uno spettacolo che si basa su una miriade di ricordi pubblici e privati, attraverso i quali il protagonista ci racconta la guerra di liberazione, non seguendo l’ordine cronologico dei fatti bensì l’alternarsi delle emozioni.
Perno della narrazione è il partigiano Valerio Pennacchi, padre di Andrea il quale cerca di ricostruire il vuoto lasciato dal genitore attraverso le vicende che lo videro protagonista tra il 1944 e il 1945 con il proprio nome di battaglia Bepi. Pennacchi ci racconta, con ironia e leggerezza, le imprese della "Squadra di Azioni Patriottica" a partire dall’1 aprile 1944 giorno in cui ne entrano a far parte suo padre ed altri 4 amici. Il 15 agosto del 1944 vengono tutti arrestati. Una squadra della polizia politica comandata dal brigadiere Miniero rastrella i componenti del gruppo che saranno deportati al lager di Ebensee in Austria. Un campo di lavoro in cui il comandante Anton Ganz è uno psicopatico che fa sbranare i prigionieri da suo alano, mentre il kapò Buhner uccide i prigionieri con un solo pugno e così via. Uno spettacolo forte che fa ricordare, informare e riflettere sulla nostra storia.