L'imprenditore generoso: "Se hai bisogno di generi di prima necessità scrivimi"

Andrea Guarducci, presidente di Enegan: "La mia famiglia è stata aiutata quando ero piccolo"

Andrea Guarducci, presidente di Enegan

Andrea Guarducci, presidente di Enegan

Empoli, 30 marzo 2020 - «Se tu che mi leggi hai bisogno di aiuto per generi di prima necessità, puoi scrivermi in privato e farò di tutto per aiutarti... senza vergogna, la mia famiglia è stata aiutata quando ero piccolo». È l'offerta affidata a un post pubblicato su Facebook da Andrea Guarducci, presidente di Enegan, azienda empolese di luce, gas e telecomunicazioni, il quale si dice disponibile a portare personalmente, a domicilio, un aiuto a cittadini in difficoltà fra Empoli, Montelupo Fiorentino e Vinci, in provincia di Firenze. L'operazione pensata dall'imprenditore non è ancora partita, anche perché la consegna 'porta a porta' da parte di un privato cittadino non è prevista dalle disposizioni governative sul Coronavirus: «Ho chiesto alla Questura come fare, perché rischio una multa e il sequestro della macchina», spiega all'Ansa Guarducci, che ha ricevuto «una dozzina di richieste di sostentamento alimentare», soprattutto segnalazioni di anziani in difficoltà, che non leggono Facebook ma che sono stati avvisati da amici o parenti, i quali hanno girato i loro contatti all'imprenditore. E ci sono anche «60, 70 richieste di lavoro - sottolinea Guarducci - in parte da persone che già non l'avevano, e in parte da persone messe in cassa integrazione, o a cui i datori di lavoro hanno già detto che non hanno i soldi per pagare».

Il desiderio di adoperarsi a beneficio della comunità nasce da lontano: «Mio padre morì quando ero piccolo - racconta l'imprenditore -, in un incidente stradale, per colpa di un pirata della strada. Avevo due sorelle, e mia madre faceva la casalinga: vivevamo con lo stipendio di mio padre, l'orto, le galline e i conigli. Senza mio padre non riuscivamo a mettere insieme il pranzo con la cena. Vivevo in un paesino di mille abitanti: fecero una colletta, e ci aiutarono ad avere soldi per le necessità immediate. Per tanti anni ho vissuto con i vestiti usati dei cugini e degli amici». Ma l'appello è per tutti, perché, dice Guarducci, «non costa nulla a nessuno offrire un pranzo a qualcuno che ne ha bisogno: io ho di più e posso offrire di più, ma tutti lo possiamo fare. Se conoscete qualcuno in difficoltà, andategli a suonare il campanello e chiedetegli che cosa potete fare. Molti si chiudono in se stessi, si sentono umiliati a chiedere aiuto»