REDAZIONE EMPOLI

"Amore, affetto e cura Questa l’unica terapia"

"Difficile rimarginare ferite così profonde. Fidiamoci dei canali non verbali: corpo, sguardi, relazioni"

Come superare le violenze ricevute da chi dovrebbe prendersi cura di noi? Non è facile, spiega la dottoressa Diletta de Bernart, psicologa e psicoterapeuta del centro Co.Me.Te di Scandicci, così come non è facile denunciare.

Dottoressa, come può un anziano andare avanti dopo un’esperienza del genere ?

"Non è facile. Dopo aver vissuto un trauma così pesante c’è bisogno di flessibilità ed esperienze correttive che però in età avanzata sono più difficili da avere. Difficile avere speranze, difficile vivere esperienze che permettano di ripristinare la fiducia nell’altro. Le vittime di violenza vanno aiutate con tanto amore, affetto, cura: solo così si possono rimarginare certe ferite profonde".

Perché a volte le violenze non vengono denunciate?

"I non autosufficienti dipendono dal badante che diventa il loro mediatore col mondo esterno: è colui che risponde alle necessità della persona di cui si dovrebbe prendere cura, addirittura dovrebbe leggere i bisogni grazie a un rapporto di profonda conoscenza. La relazione col badante diventa indispensabile: denunciarlo significa perderla, sentirsi abbandonato. C’è poi la paura dell’aggravarsi delle vessazioni. Si crea una sorta di sudditanza e di "Sindrome di Stoccolma" in cui non si riesce a mettere in discussione le azioni del proprio aguzzino".

I familiari che scoprono di aver affidato il proprio caro a una persona inadeguata, rischiano di sentirsi in colpa...

"E’ il sentimento dominante: essersi fidati del badante sbagliato, non aver capito cosa stava accadendo. Ma anche loro sono vittime di un inganno. Nessuno affida a cuor leggero a terzi un bambino, un anziano, un animale domestico: si cerca di conoscere, di capire, di valutare. Si instaura un rapporto di fiducia. A loro volta i familiari sono vittime di un tradimento".

Come riconoscere segnali di aiuto in soggetti fragili?

"Con bambini piccoli che non sanno parlare o persone con comunicazione compromessa, non è facile. Fidiamoci dei canali non verbali: corpo, relazione, sguardi. Se c’è qualche comportamento nuovo o che scompare, cerchiamo di capire il perché. Fidiamoci del nostro sesto senso: se qualcosa a pelle non ci torna, indaghiamo per cercare conferme o dissipare dubbi".

Manuela Plastina