"Aiuto, il babbo sta picchiando la mamma" E così l’angelo del 112 evita una tragedia

Caterina racconta la telefonata ricevuta dal piccolo di 10 anni: "Ho solo fatto il mio lavoro. Il bambino invece è stato un eroe"

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di Alessandro Pistolesi

L’inferno tra le mura di casa. Le urla, poi le botte e la violenza brutale di un uomo che si scaglia contro la moglie e i tre figli. Una notte che sarebbe potuta finire in tragedia se non fosse stato per il coraggio di uno dei tre bambini. Ha appena 10 anni ma si è subito reso conto di cosa stesse accadendo e di fronte alle botte del padre ha preso il cellulare e ha chiamato il 112. A rispondergli è Caterina Lorenzoni, un angelo che dalla centrale regionale del 112 risponde alle richieste di aiuto e invia i soccorsi. Nella notte fra martedì e mercoledì Caterina ha ricevuto una telefonata inusuale, la paura si è materializzata con la voce di un bambino. "Erano le tre di notte – racconta l’operatrice del 112 –, rispondo a una delle oltre 200 telefonate che riceviamo durante ogni turno ma stavolta sento la voce di un bambino. Esordisce così: ’Buongiorno, il babbo e la mamma stanno litigando. Ho bisogno di aiuto".

Caterina a quel punto è bravissima a restare lucida. Prova a rassicurare il piccolo e gli chiede tutte le informazioni necessarie. "Il bambino parlava sottovoce per non farsi sentire, gli ho detto: sono qui per aiutarti. Poi gli ho chiesto se era in casa. Mi ha risposto di sì e poi mi ha dato tutte le informazioni necessarie, in maniera chiara e pulita. È riuscito a restare tranquillo, ha avuto un sangue freddo incredibile".

L’operatrice a quel punto passa immediatamente la segnalazione ai carabinieri che si precipitano sul posto e arrestano il padre violento con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

A fare i complimenti a Caterina ieri è stato anche il presidente della Regione, Eugenio Giani, che ha pubblicato un video su Facebook. "Vi presento Caterina – ha scritto il governatore –, una delle nostre operatrici della centrale regionale del 112 che rispondendo alla chiamata di un bambino di 10 anni ha evitato una tragedia e salvato la famiglia dalla furia del padre. Grazie Caterina e grazie a tutto il nostro personale del Nue 112, siamo orgogliosi di voi". Caterina ha ancora la voce carica di commozione, ringrazia ma non si reputa un’eroina. "Siamo formati per questo, ho fatto solo il mio lavoro. Non mi sento un eroe. Semmai lo è il bambino che è stato straordinario. Se l’ho più risentito? Il protocollo non lo prevede, ma vorrei fargli i complimenti e dirgli che è stato davvero un eroe".

L’operatrice ha capito subito che la situazione era grave. "Capita spesso che i ragazzini facciano degli scherzi, ma non alle 3 di notte. E poi mi hanno insospettito i rumori di sottofondo". Il suo è un lavoro molto difficile, che provoca stress e che richiede nervi saldi e massima concentrazione. "Un impiego emotivamente molto impegnativo – commenta Caterina –. Ma questi momenti ti danno tanta carica, perché capisci che puoi fare la differenza nella vita di una famiglia e di un bambino, questo è il riconoscimento più grande". Capita anche di piangere, a volte. Caterina non lo nasconde: "Nel corso di ogni turno riceviamo oltre 200 chiamate a testa, quello che per la gente è straordinario per noi è ordinario. Ma non siamo dei robot e le lacrime sono normali, anche sul lavoro. Ci aiuta molto confrontarci fra colleghi, impariamo l’uno dall’altro. Siamo come una famiglia".