Ucraina, gli aiuti da Fucecchio. Sindaco in prima linea: "Volontari, unica speranza"

Il video racconto del primo cittadino Alessio Spinelli: "Tre giorni con i profughi, la situazione è gravissima"

Fucecchio, 11 marzo 2022 - Volontà di ferro e chilometri da macinare. "Avremo tempo per dormire, lì c'era troppo da fare". Il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli chiude così la video intervista al rientro dalla Polonia. Un racconto chiaro che descrive l'emergenza umanitaria che ha messo in ginocchio l'Ucraina.

E' facile capire quale sia la molla che ha fatto partire il primo cittadino con la sua squadra verso i territori confinanti con l'Ucraina con tre furgoni carichi di aiuti. Un gesto di esempio, assolutamente non banale, una missione che Spinelli ha organizzato, informando il ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Da Fucecchio dritti verso l'inferno in terra dal quale i civili cercano una via di fuga. Destinazione Polonia, nel Centrum Handlu Korczowa Dolina e Przemysl. "Qui arrivano trenta, quarantamila profughi al giorno. Vengono ospitati in giganteschi edifici dove trovano accoglienza di base. La situazione è drammatica. Molte donne con bambini arrivano qui a tarda notte, un centro di migliaia di metri quadrati da dove le associazioni di volontariato portano i profughi in Italia o altrove, dove magari qualcuno ha parenti o amici che possono offrire ospitalità".

Le immagini parlano da sole: centinaia di persone dentro a grandi casermoni. Brande ovunque, donne con bambini di tutte le età, molti anziani, giovani spaesati appesi alla speranza di poter ricaricare il cellulare per avere un contatto con i famigliari rimasti in Ucraina sotto i bombardamenti russi. 

Gli aiuti che arrivano da ogni parte vengono stoccati e sistemati in alcuni magazzini: ce n'è uno per l'abbigliamento, uno per gli aiuti sanitari, uno per i materiali utili ai più piccoli. Gli scatoloni sono tantissimi, ma chissà se saranno abbastanza per coprire le esigenze di tutti. Quel che è certo è che ognuno ci mette l'anima per far arrivare a destinazione quello di cui c'è bisogno. "Noi abbiamo lasciato al confine parte dei nostri aiuti, un corriere è venuto a recuperarli e li ha poi portati in Ucraina - conferma Spinelli - Altri aiuti invece li abbiamo depositati direttamente alla Caritas".

Le richieste che hanno messo in moto la missione fucecchiese erano pervenute dal Centro di riabilitazione e formazione Dhzerelo con sede a Lviv e dall’organizzazione di beneficenza regionale occidentale del Centro Internazionale per l’attuazione dei programmi Unesco, aveva specificato il sindaco Spinelli, prima di mettersi in viaggio. 

Due giorni fa la partenza, oggi, 11 marzo, il rientro in Italia. Con il sindaco ci sono l'assessora Valentina Russoniello, Giosuè Fernando Cino (medico odontoiatra volontario), Maryana Mykhaylshyn (volontaria madrelingua ucraina) e i volontari David Giuggiolini, Marco Zucchi, Oscar Oreste Zari e Paolo Caparrini. Nel pulmino ci sono anche alcuni profughi che arriveranno in Toscana.

"Le famiglie di Fucecchio sono pronte ad accoglierli, apriranno le loro case con tutto il cuore - spiega il sindaco dall'auto in autostrada, all'atezza di Cracovia, sulla via del rientro - abbiamo chiesto noi se potevamo aiutare qualcuno e ci siamo riusciti. Addirittura dovevamo dare un passaggio a una madre con un figlio fino a Venezia, ma verranno da noi. Hanno viaggiato per 24 ore in treno per arrivare a Leopoli, poi la Croce Rossa li ha portati in salvo qui, in Polonia". 

Sono quattro le persone che arriveranno a Fucecchio. Ma Luigi Checchi (presidente della Pubblica Assistenza di Fucecchio), è rimasto in Polonia per salvare un'altra famiglia. "Mentre noi torniamo - spiega Spinelli, dei mezzi di trasporto idonei della Pubblica Assistenza stanno partendo per venire a recuperare una famiglia con un figlio che ha una gravissima disabilità. Anche loro verranno così portati al sicuro". 

La comunicazione è a tratti interrotta, nel video si intravedono dei mezzi militari che viaggiano in direzione opposta alla carovana di solidarietà. "Ce ne sono a centinaia che vanno verso la Polonia - conferma il sindaco - Li abbiamo visti mentre arrivavamo e adesso sono ancora di più".

Ma quanto è stato difficile emotivamente questo viaggio? "E' davvero complicato spiegare, bisogna viverla questa esperienza che, paradossalmente, è più complessa da capire per noi che per chi è fuggito dalla guerra. Abbiamo visitato posti incredibili, siamo stati anche ospitati dal vescovo, ho addirittura cucinato una pastasciutta per lui. Una vicinanza che potrei definire amicizia. Perché certamente prevale la sensazione di incredulità davanti a tanto dolore, ma è altrettanto vero che l'impegno e l'armonia che c'è tra i volontari è quello che rincuora e dà a tutti la forza di andare avanti".