
Agricoltura, giù il prezzo del grano: "Conteniamo i costi di produzione"
EMPOLESE VALDELSA
Nel Cinquecento, Francesco Guicciardini definì l’Empolese il "granaio della Repubblica Fiorentina". E ben sapeva di che cosa parlava: era di Montespertoli, e l’autore della Storia d’Italia aveva quindi sott’occhio giorno dopo giorno la situazione. Ancora oggi, in Toscana si producono circa 1,7 milioni di quintali di grano duro e poco meno di 1 milione di grano tenero. Buona parte di questa quantità arriva sempre dall’Empolese e dalla contermine zona pisana. Otto anni fa, questo autentico tesoro della filiera agricola locale di qualità era minacciato dall’import di grani da lontano. La situazione, grazie agli imprenditori del posto che hanno fatto rete, è nel frattempo migliorata.
Due le direzioni principali: da un lato, l’iniziativa di Unicoop che da tempo ha scelto il grano "km zero" per i propri prodotti da forno, dall’altro la graduale riscoperta (molto apprezzata, e sempre di più anche dai giovani) dei "grani antichi" in specie nel comune di Montespertoli, e che però sono coltivati anche a Montelupo e ancora in aree tra l’Empolese e la provincia pisana. Ecco spiegato perché, se si parla di grano, gli ultimi sviluppi dell’altalena dei prezzi destano preoccupazione nell’Empolese: l’argomento è stato affrontato, nei giorni scorsi, durante l’assemblea regionale della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia).
In sostanza sta succedendo che sugli scaffali i prodotti stanno costando di più, a fronte però di meno remunerazione per gli agricoltori. È chiaro che così non va bene. Si ha su un versante l’aumento dei prezzi degli alimentari con alle spalle il vento dell’inflazione – spiega la Cia – laddove contemporaneamente il prezzo del grano duro italiano è crollato del 40%. Il presidente della Cia Toscana, Valentino Berni, ha parlato in assemblea di "situazione paradossale che impone un cambio di passo da parte delle istituzioni per tutelare gli agricoltori e il loro reddito lungo la filiera. I margini per il raggiungimento dell’obiettivo ci sono. Dal campo alla tavola i prezzi crescono in media a tre cifre".
Se il grano è emblematico del nostro territorio, il problema riguarda però anche, ad esempio, pomodori e latte. Certo che se tra Empolese e vicino territorio pisano ci si guarda attorno, ciò che a primavera spiccherà saranno le vaste distese verdi che a giugno diventano del colore del sole: il grano appunto. Incremento dei costi di produzione ed instabilità internazionale - in primis il conflitto russo ucraino - sono tra i principali fattori diretti che hanno a che fare con questo frangente. Poi ci si mette anche la faccenda climatica: "Dobbiamo avere acqua a disposizione a un prezzo adeguato per garantire la competitività delle nostre aziende – ha detto Berni – dobbiamo fare le grandi opere che servono anche per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici tra bombe d’acqua a periodi di siccità".
L’Empolese, quanto a grano, ha il fiore all’occhiello della coltivazione dei "grani antichi", diremmo profondamente autoctoni. Succede soprattutto a Montespertoli, dove da anni il Comune ha lavorato a questa riscoperta insieme all’Università di Firenze: l’ultimo fatto rilevante - ha fatto notare il sindaco Alessio Mugnaini, che è anche delegato all’agricoltura nell’Unione - "è che anche tanti giovani stanno apprezzando i grani antichi ed altri prodotti tipici del nostro territorio. È una presa di coscienza molto importante". Mugnaini è intervenuto in sala consiliare durante la recente visita di scuole a Montespertoli. Più in generale c’è anche questo: la proroga della decontribuzione per i giovani agricoltori, della misura "Più impresa", del credito d’imposta sul gasolio agricolo e dell’esenzione Irpef. Queste (ribadite anche a livello locale) sono le richieste di Cia Agricoltori Italiani in audizione sul Milleproroghe alla Camera presso le Commissioni riunite di Affari Costituzionali e Bilancio.
Andrea Ciappi