Editoriale

Un Pd di corto muso va alle sfide decisive ancora con tanti dubbi

Elly Schlein e Emiliano Fossi

Elly Schlein e Emiliano Fossi

Firenze, 11 febbraio 2024 – Il segretario toscano del Pd Emiliano Fossi continua a ripetere che a lui interessa vincere. Anche di poco, ma vincere. Anche di corto muso di allegriana memoria bianconera, anche se lui è viola nell’animo oltre ad essere convintamente dem di area Schlein. Ha importanti sfide davanti e non vorrebbe far fare a qualcuna di esse la fine della sua Campi Bisenzio (nove anni sindaco prima di lasciarla anzitempo per un posto in parlamento) finita nella mani della sinistra anti Pd.

Le sfide delle prossime amministrative sono particolarmente significative visto le città in ballo e per la proiezione verso il 2025 quando si voterà per la Regione Toscana. Firenze, Livorno, Prato, Empoli, Piombino più tantissimi altri Comuni. Firenze è la capitale nazionale del voto del giugno prossimo perché, come ha ribadito l’altro giorno il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, “Schlein si gioca il posto”.

Il Pd toscano di Fossi si trova, ormai da settimane, a fare i conti con il paradosso uscito dalla consultazione delle primarie che ha portato la ventata nuova di Elly Schlein alla guida del partito: votata e premiata da elettori e simpatizzanti dopo la sconfitta nei congressi interni ai dem. La realtà conseguente poi si è manifestata in maniera plastica: al vertice c’è lei, ma dentro il partito sono ancora molto forti tutti gli altri a partire da Energia popolare, la componente legata a doppio filo a Stefano Bonaccini, ma anche il fronte dei sindaci che trovano in Dario Nardella il referente principale.

Così le pressioni sulle scelte dei candidati si fanno sentire per le amministrative. E anche per il voto europeo nella maxi circoscrizione Centro Italia tanto che Ep chiede un candidato da affiancare proprio a Nardella. A Firenze la scelta, senza primarie, è finita, come si sa, su Sara Funaro, assessora della giunta Nardella. Dal centro a sinistra tante formazioni contro il Pd. Italia Viva in campo candida Stefania Saccardi, sta alla finestra e attacca il sindaco. A Prato i veti incrociati fanno rinviare la decisione. Il candidato naturale del gruppo Schlein sarebbe il giovane segretario Marco Biagioni, ma molti nel partito alzano le barricate. I bonacciniani (Matteo Biffoni, il sindaco) vorrebbe il suo vice Simone Faggi; Ilaria Bugetti, consigliera regionale avrebbe seguito popolare, ma ha poco supporto del partito (come mai?); c’è poi l’assessora Ilaria Santi; nei sondaggi dem era stata valutata anche una new entry, Cristina Manetti, capo di gabinetto di Giani. Che succederà? Il sindaco dice che la pressione non porta buone cose. Vero, ma nemmeno le distanze interne, evidenti, accorciano il percorso. Si aspetta nome e idee. A Livorno per fortuna la scelta è naturale: il sindaco Salvetti che è un civico. C’è Piombino da riconquistare per il Pd, piazza molto significativa (operai, acciaio, rilancio) mentre a Empoli la strada è in discesa.

Che faranno Fossi e la sua segreteria schleineniana? A lui importa solo vincere ma come, a quattro mesi dal voto, appare ancora molto incerto. Troppi dubbi da sciogliere, troppi caminetti ancora accesi, troppi fantasmi ancora ritenuti avversari. Se va bene, la vittoria, ad oggi, sarà di corto muso.