L'Unione Europea investirà fino a 465 miliardi in elettronica di potenza al 2030, con la possibilità di generare 705 miliardi di valore aggiunto. E' quanto emerge da uno studio su 'Le tecnologie net-zero per la competitività e la sicurezza dell'Europa' realizzato da Teha Group.
Il ruolo dell'elettronica di potenza - spiegano i ricercatori di The European House Ambrosetti - è quello di "gestire ogni fase dei flussi di energia elettrica tramite un'infrastruttura intelligente".
Secondo Ambrosetti le recenti crisi internazionali - dalla guerra in Ucraina agli attacchi israeliani contro le infrastrutture energetiche iraniane - mostrano il legame tra equilibri geopolitici e stabilità energetica, evidenziando "la vulnerabilità dell'Europa e il rischio di una crescente dipendenza esterna anche sul piano della sicurezza".
A questi scenari si aggiungono eventi imprevisti, come il blackout in Spagna, attribuito a una sovratensione, che sottolineano la necessità di sistemi che siano in grado di "reagire con rapidità".