Bonus casa, sconto in fattura: nell'incertezza le imprese non lo fanno

Dal 1 maggio, però, la situazione potrebbe sbloccarsi: in arrivo la quarta cessione del credito e la proroga al 15 ottobre 2022 della comunicazione, da parte di imprese e professionisti, all'Agenzia delle Entrate

Casa

Casa

Firenze, 12 aprile 2022 – Nella babele di norme che riguardano i bonus casa, da quello per installare la caldaia al Superbonus, le imprese lavorano nell'incertezza. Prima Poste Italiane e poi altri istituti di credito hanno chiuso i rubinetti e le aziende e gli artigiani che concedevano lo sconto in fattura anche per lavori molto importanti si sono trovati ad anticipare il denaro senza poterlo cedere (e qundi recuperare). Così, in un contesto di rincari generalizzati e di carenza di materie prime, che ha aggravato la situazione, le imprese edili difficilmente oggi concedono lo sconto in fattura. Si sono così bloccati interi cantieri e anche i nuovi contratti.

"La normativa è cambiata più volte da novembre. Si è creata una situazione di caos e le banche, ancora oggi, fanno fatica a dare soldi. Lo sconto in fattura se lo può permettere di fare, in questo momento – spiega Paolo Pagliarani, presidente Installatori termoidraulici Firenze e presidente nazionale Impiantisti CNA - solo l'azienda solida, con le spalle coperte. Anche i lavori grossi, quelli che rientrano nel Superbonus, sono bloccati".

A breve, però, la situazione potrebbe sbloccarsi. E' infatti in arrivo la proroga al 15 ottobre 2022 della scadenza per la comunicazione della cessione del credito all'Agenzia delle Entrate. La novità è parte delle modifiche al decreto Bollette 17 del 2022, che sono state approvate in commissione Ambiente e Attività produttive della Camera. In questo modo professionisti e imprese avranno più tempo per trovare l'istituto di credito disponibile ad acquistare le somme.

Un'altra novità in arrivo dal 1 maggio è la quarta cessione del credito. Attualmente la normativa prevede la possibilità di cedere tre volte il credito, una libera e le altre due vincolate, cioè a favore delle banche e degli intermediari finanziari iscritti all’albo. Ma con le modifiche al testo del decreto Bollette, verrebbe elevato da tre a quattro il numero di cessioni effettuabili dei crediti di imposta, anche se solo per banche, istituti finanziari e società di assicurazioni, così da evitare l’esaurimento del plafond disponibile.

“Grazie a queste modifiche – spiega Luigi Serrao, coordinatore toscanodi FederTerziario – la situazione potrebbe definitivamente sbloccarsi e tornare a regime. Con un'unica cessione, infatti, le imprese potevano fare sconto in fattura ad un privato e poi vendere solo al proprio istituto, se ne aveva capienza. Quindi, quando l'istituto aveva riempito il suo fabbisogno non prendeva più questi crediti. Ora invece, avendo aperto la possibilità a 3 cessioni, un istituto che ha riempito il proprio fabbisogno può rivendere l'avanzo ad un altro istituto”.