Artigianato, Cna Toscana: “Segnali crisi da moda e altri comparti, pronti a mobilitarci”

Il presidente dell'associazione di categoria, Luca Tonini, ha lanciato il suo appello al meeting Unioni e Mestieri di Cna Toscana: “Subito un tavolo e interventi da parte delle istituzioni a sostegno di cittadini e imprese”

Firenze, 13 febbraio 2024 – Tiene l'artigianato in Toscana, ma preoccupano il clima di incertezza e i segnali di crisi del distretto fiorentino, in particolare della pelletteria, che, insieme a moda e meccanica, sono comparti trainanti dell'economia regionale e nazionale. Per questo, dopo la mobilitazione sulla Fi-Pi-Li di Cna Toscana, il presidente Luca Tonini non esclude che ce ne siano altre a sostegno dell’artigianato, che in Toscana conta quasi 100mila imprese e 245mila addetti.

La tavola rotonda durante il meeting delle Unioni e Mestieri di Cna Toscana
La tavola rotonda durante il meeting delle Unioni e Mestieri di Cna Toscana

«La moda non è l'unico comparto in difficoltà. Noi non siamo agricoltori, ma rappresentiamo 42 mestieri diversi. Non possiamo scendere in strada con i nostri trattori - ha detto nel corso dell'iniziativa “Micro, piccole e medie imprese: il motore della Toscana” che si è svolta nella sede della Fondazione Santa Maria Nuova Ets - ma abbiamo portato i nostri camion sulla Fi-Pi-Li per protestare contro il possibile pagamento di un pedaggio selettivo per i mezzi pesanti». «Potremmo perciò pensare a forme di mobilitazione anche in altri comparti. Chiediamo alla politica di prendere in mano la situazione per tutelare cittadini e imprese, prima che partano altre mobilitazioni», è stato il suo appello, ribadendo anche la necessità di aprire un tavolo a livello regionale «per iniziare a dialogare e cercare di capire come affrontare e arginare questo problema». «Le grandi griffe – ha proseguito Tonini - hanno i magazzini pieni, per cui non danno più lavoro alle realtà delle piccole e medie imprese. Sono circa 4mila i dipendenti in cassa integrazione».

Prezzi delle materie prime, burocrazia, ma anche il “costo al minuto” che i grandi marchi della moda riconoscono ai sub-fornitori, sono dei macigni per le piccole imprese del settore. Secondo quanto riferiscono gli artigiani, sono 38 i centesimi al minuto che vengono dati loro mediamente dalle grandi case della moda, mentre considerano extracosti e margine di profitto lordo dovrebbero essere almeno 51 centesimi. «Le regole andrebbero riviste – ha spiegato il professore Gaetano Aiello, ordinario di Economia e gestione delle finanze dell'Università di Firenze, intervenendo al meeting delle Unioni e dei Mestieri di Cna Toscana – perché oltre al lavoro i piccoli imprenditori dovrebbero avere risorse da reinvestire nella propria azienda». Secondo il professore, inoltre, le aziende artigiane della pelletteria dovrebbero guardare oltre e avere come clienti non solo le grandi griffe, ma rivolgersi anche al mercato 'medio', quello che richiede qualità, buona pelle, ma che non è di lusso. Infine, in generale, «per uscire dalla crisi, gli artigiani – ha proseguito Aiello - devono cooperare: con le grandi industrie, tra loro, con le istituzioni del territorio, ma anche con le scuole, con i 'vicini di casa'. Solo a queste condizioni il micro e piccolo non solo è bello, ma è anche una formidabile occasione di sviluppo economico per l'intera regione».

Alla tavola rotonda, moderata dal vicedirettore de La Nazione, Luigi Caroppo, sono intervenuti anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova che ha ospitato la parte pubblica dell'evento. Il meeting di Cna Toscana è poi proseguito in sessione privata per programmare strategie e appuntamenti di Unioni, Mestieri e Raggruppamenti di interesse per l'anno 2024.