Sarzana, Nevila Pjetri uccisa con tre colpi di pistola. Il killer le ha sparato in faccia

La Tac pre autopsia svolta dai radiologi dell’Asl orienta la ricerca dei proiettili. Le ferite tutte nel cranio. Esclusi, da una prima analisi, rapporti sessuali

Carabinieri alla ricerca dell'arma che ha ucciso Nevila Pjetri (Foto Pasquali)

Carabinieri alla ricerca dell'arma che ha ucciso Nevila Pjetri (Foto Pasquali)

La Spezia, 10 giugno 2022 - Non due ma tre colpi da arma da fuoco - di piccolo calibro - hanno ucciso Nevila Pjetri la prostituta italoalbanese il cui corpo è stato rinvenuto nel greto di Parmignola, al confine tra Sarzana e Carrara, la notte a cavallo tra sabato e domenica scorsi. Il particolare filtra dal riserbo sugli atti di indagine confluiti nel primo fascicolo aperto dalla Procura. Ne è titolare il pm Monica Burani. E’ stata la Tac - svolta dai radiologi dell’Asl 5 nell’ambito della collaborazione con l’autorità giudiziaria consolidato dal primario Teseo Stefanini - a permettere la localizzazione dei proiettili: tre, appunto, in luogo dei due inizialmente indicati nelle narrazioni investigative ancorate alle ricognizioni esterne effettuate, a cadavere ancora caldo, dall’anatomopatologa Susanna Gamba.

Oltre ai due colpi che hanno attinto il cranio della donna all’altezza dell’orecchio sinistro e sulla fronte c’è anche quello che è entrato in prossimità del naso. La circostanza avvalora l’ipotesi di colpi esplosi in un teatro ristretto. Secondo gli inquirenti potrebbe essere il pick up di Daniele Bedini. Di certo lo stesso oggi verrà sottoposto all’esame dei Ris, nel contraddittorio delle parti. Di qui l’avviso al legale di Bedini, l’avvocato Ribaldo Reboa.

ll mezzo è stato stato sottoposto a lavaggio, interno ed esterno. Ma il luminol ha ’svelato’ tracce di sangue nel cofano e nell’abitacolo. L’avvocato argomenta: "Sono quelle relative ad una ferita alla caviglia che il mio assistito si è autoprocurato, e si è fatto medicare al pronto soccorso, giorno prima del delitto".

Questa mattina l’inizio degli accertamenti tecnici, nella caserma dei Carabinieri di Sarzana, dove il mezzo è sotto sequestro. E’ lo stesso "immortalato" a più riprese dalle telecamere spia, pubbliche e private, posizionate lungo l’itinerario Carrara-Sarzana in orario compatibile col delitto. Il movente? Il più plausibile è quello della rapina connesso al bisogno di soldi per acquistare cocaina. Da una prima analisi del corpo della vittima non sono emerse tracce di liquidi seminali. Ma l’anatomopatola Gamba ha comunque eseguito vari tamponi alla ricerca di tracce biologiche, tra cui quelli attinti sotto le unghie, ipotizzando una colluttazione e il tentativo della donna di sottrarsi alla morsa dell’assassino.