Toscana, sulle spiagge ondate di false griffe. È il momento del "tarocco fashion"

Versilia e non solo: la libertà dopo le restrizioni per il Covid ha ridato brio al business del commercio illegale

Venditori abusivi già in azione sulle nostre spiagge

Venditori abusivi già in azione sulle nostre spiagge

Versilia, 6 luglio 2022 - Signora bella che è già in vacanza al mare e s’abbronza sull’asciugamano fashion, se vede uno straniero che armeggia alla cabina da bagno carico di borse e borselli, non si metta a urlare "Al ladro, al ladro!". È quasi certamente un gettonato commerciante, fornitore delle clienti modaiole della Versilia che, come lei, sfoggiano scarpe di Prada, fazzoletti di Hermès, trucchi di Chiara Ferragni, cinture di Gucci. Lei non lo sa, bella signora, ma tante di queste griffe che vede addosso ai turisti a Tonfano o a Forte dei Marmi sono false, tarocchi e imitazioni. La Guardia di Finanza ne ha scoperte a migliaia, ma è vana ogni illusione: sono gocce nel mare, i falsari ne sfornano a ondate.

Il caldo tropicale e la convinzione che il Covid sia finito hanno già spinto mandrie di vacanzieri in Versilia, tra Viareggio e Vittoria Apuania. Insieme alla folla sono riapparsi quelli che una volta, senza pietà, chiamavamo "vucumprà". Devono vivere, in qualche modo, e sono preferibili a chi spaccia droga. Loro smerciano innocui prodotti falsificati, non fanno male alla salute ma all’economia sì. E comunque i nordafricani carichi come muli sotto il sole rovente sono solo vittime. Il giro grosso è in mano alla criminalità organizzata che produce e diffonde i marchi contraffatti.

Non ci si meravigli che borse, portafogli, cinture, complementi d’arredo sequestrati in questi giorni avessero perfino i bollini olografici anti contraffazione, i codici QR originali, i marchi perfetti: è già stato scoperto più volte che vengono cuciti e assemblati dagli stessi façonnier ingaggiati dagli stilisti. Finita la produzione ufficiale, certi contoterzisti continuano a usare punzoni, modelli e taglierine originali per realizzare falsi quasi indistinguibili.

Infatti sembravano proprio autentici migliaia di pezzi trovati al mercato di Forte dei Marmi, la domenica quando tra i banchi ci sono i gran signori e non le servette. Verosimili anche le statuine coi marchi Chanel & Company dentro alla nota boutique, sempre del Forte. Il che pone due domande. Ma chi se la mette in tavola una statuina di resina col marchio Fendi o Ferragni? E chi penserebbe mai, nella ricchissima Forte dei Marmi, che tanti girino sul pontile e in piazza dei Cavallini con addosso abbigliamenti e accessori falsi?

La realtà è spiazzante: tutti pensano che la buzzicona con la borsa di Vuitton a Ostia Lido sia agghindata di plasticaccia comprata al mercato rionale, o dall’abusivo che batte la spiaggia. Ma se sei nel bel mondo di Fiumetto, a Roma Imperiale, attorno alla pineta della Versiliana dove pullulano anoressiche signorine snob, principesse arabe, miliardari russi coi conti off-shore, mica ti viene il dubbio che il Rolex, le Tod’s, le Chanel o la top bag Dior scintillanti nei paraggi siano volgari imitazioni. L’apparenza inganna, però spiega come il successo del mercato dei falsi in Versilia.

"Perché spendere 3 mila euro quando con 200 mi compro la stessa borsa?", dice tra sé e sé la bella signora. Così Forte dei Marmi è diventata un museo americano: accanto al prezioso bucchero c’è la patacca finto etrusca, e nessuno se ne adonta. Mentre i "vucumprà" di fiducia vanno a ruba.