Firenze, 6 novembre 2023 - Riscattare la civiltà. "Perché - come scriveva il filosofo Ludwig Wittgenstein - non diventi un mucchio di rovine, e alla fine un mucchio di cenere". E' il ruolo dell'arte e della bellezza, che da sempre si interroga sulle contraddizioni del mondo contemporaneo. Ed è quello che prova a fare il fotografo Olivo Barbieri, presentando a Villa Bardini cinquanta immagini di paesaggio, dove naturale e artificiale, umano e metamorfico dialogano in un percorso suggestivo, sospeso tra distruzione e rifacimento, lungo una società attraversata da spinte economiche e tecnologiche stranianti e disumane.
"Olivo Barbieri. Pensieri diversi" è il titolo della mostra curata da Marco Pierini e Alessandro Sarteanesi in programma da domani fino all'11 febbraio, e realizzata con il contributo delle Fondazioni Cassa di Risparmio e Parchi Monumentali Bardini e Peyron in collaborazione con Magonza: l'esposizione, ispirata dal nome di uno dei più celebri volumi del filosofo austriaco, è una selezione che copre l'attività dell'artista in un arco temporale di vent'anni, e comprende un gruppo di lavori inediti, articolati in nove momenti: Detroit 2010, Tribunali 2000, Landfill 2013, Wet Market 2000, Centri Commerciali sulla Via Emilia 1999, site specific _ 2014 - 2017, Tibet 2000, Alps Geographies and People 2012, Capri 2013.
L'itinerario svela un'idea di paesaggio non "canonico e immutabile - come spiegano i due curatori - ma come luogo dove le nostre volontà, intenzioni e desideri acquisiscono forma e sostanza": dalle rivisitazioni dei luoghi iconici della nostra storia della serie "site specific", alla società neutralizzata dal suo bisogno di sicurezza ritratta nelle fotografie dei "Centri commerciali"; dall'immaginario fantascientifico e inconscio immortalato nelle sezioni "Capri" e "Alpi", a quelle tristemente profetiche dedicate al "Wet Market" a Zhanjiang in Cina.
"Un mondo plastico, in continuo e contraddittorio movimento, raccontato con sguardo lucido e severo - sottolinea il presidente della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron Jacopo Speranza - Ma anche l'occasione per ripensare l'ambiente urbano e la sua trasformazione attraverso una visione violentemente in contrasto con la dimensione cartolinesca assunta da molti centri storici delle nostre città".