Galleria dell'Accademia: presentato il busto in marmo di Napoleone

L'opera di recente acquisizione venne realizzata all'inizio dell'Ottocento dall'artista Lorenzo Bartolini e da oggi entra a far parte della collezione del museo.

Un particolare del busto di Napoleone

Un particolare del busto di Napoleone

Firenze, 5 giugno 2023 - La natura e il vero. Lorenzo Bartolini è stato il principale esponente del Purismo italiano, il movimento artistico che si allontanava dai canoni eccessivamente accademici della scultura neoclassica: legato alla Francia, dove si trasferì in giovinezza accolto dallo studio di David e dall'atelier di Lemot, nel 1808 venne nominato da Napoleone Bonaparte e dalla sorella Elisa Baciocchi direttore dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, occupandosi della riproduzione in serie dei busti del generale francese, di cui proprio lo scultore pratese aveva realizzato nel 1805 un prototipo colossale in bronzo per l'ingresso del Louvre. 

La Galleria dell'Accademia di Firenze, che già conserva un effigie in marmo dell'artista ritraente il drammaturgo Giovanni Battista Niccolini, ha deciso di acquistare per il nuovo allestimento della Gipsoteca uno dei busti napoleonici, individuato presso l'antiquario milanese Carlo Orsi in occasione della XXXII Biennale dell'Antiquariato, tenutasi a Firenze lo scorso settembre: l'opera, firmata sul lato destro, risale al periodo della Restaurazione, quando Bartolini continuò a riprodurre la sua immagine per conto di ammiratori e committenti nostalgici, e si discosta dalle sculture ufficiali, dove Napoleone veniva raffigurato con tratti eroici e coronato d'alloro, in chiaro riferimento all'arte classica. 

"Napoleone viene spogliato di qualunque elemento celebrativo, il suo sguardo è malinconico e riflessivo, catturato nella sua naturalezza elegante ed estranea alle tradizionali idealizzazioni - spiega la direttrice della Galleria Cecilie Hollberg - La nostra Gipsoteca conserva numerosi busti in gesso dei suoi familiari, ma nessuno che lo rappresenti: questa effigie, che lo vede raffigurato senza le insegne imperiali e restituito alla sua individualità, viene finalmente a colmare questa mancanza".